Continua il contenzioso tra Giovanni Malagò e il Comune di Sabaudia, per chiarire se la sua villa nel territorio pontino abbia effettivamente abusi o meno. Una situazione che va avanti da anni, con il Consiglio di Stato che vuole vederci chiaro sulla faccenda. Al Presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (Coni) viene contestato lo spazio di una palestra interrata, che già in passato era stata considerata come un abuso edilizio anche dal TAR.
La palestra abusiva di Giovanni Malagò a Sabaudia
Lo spazio sorgerebbe in un piano interrato della famosa villa del “numero uno” del CONI. Infatti, l’opera edilizia sorgerebbe in un’operazione di derattizzazione de “Le Nanine”, ovvero il nome della struttura posseduta da Malagò. Il Presidente avrebbe giustificato già da tempo quei tipi di lavori, dicendo che sorsero per riqualificare quel piano interrato, peraltro non visibile dall’esterno, ed evitare la presenza dei topi all’interno della casa. Ma seguendo l’iter giudiziario, né il Comune di Sabaudia e neanche i giudici hanno avvalorato la tesi del proprietario della casa.
Il Comune di Sabaudia chiede l’abbattimento dell’abuso edilizio
Ormai da 14 anni, è iniziato un contenzioso all’ultimo sangue tra il Comune di Sabaudia e la famiglia Malagò. Già dal 2009, infatti, l’Amministrazione comunale ha chiesto l’abbattimento degli abusi all’interno della casa di Malagò. Nel concreto, la realtà comunale ha esposto la necessità di abbattere tutti i manufatti edili presenti all’interno di quel piano interrato della villa “Le Nanine”.
Malagò difende la sua palestra a Sabaudia
Nonostante la questione duri da anni e abbia già visto la presenza del contenzioso in Tribunale, Giovanni Malagò continua a difendere la “bontà” della sua opera. Una palestra che ha riqualificato un piano interrato della struttura, cui lo stesso proprietario ha scoperto la presenza solo una volta comprato lo stabile. La palestra in questione, quindi, sarebbe l’unico modo per non far tornare il degrado in quello spazio e soprattutto escludere il ritorno della presenza dei topi nella dimora.
Altre aree della casa sono abusive?
Ma il problema di quella struttura, almeno nei fatti e leggendo le carte giudiziarie, non si fermano alla sola palestra della villa. A Malagò vengono contestati altri spazi della casa, definiti abusivi. Tra questi, infatti, ci sarebbe l’area barbecue della villa e diverse dependance presenti nella stessa struttura. Anche in questo contesto, il numero uno del Coni si è giustificato: su quelle strutture, il Comune di Sabaudia ha dimenticato di metterci il condono.
Le indagini del Consiglio di Stato
Sulla faccenda, ora, si dovrà esporre il Consiglio di Stato. È palese come il presidente Giovanni Malagò non abbia nessuna voglia di abbattere i presunti abusi nella sua villa. Casa che, peraltro, sorge in un punto particolare della città: la struttura è situata lungo le dune di Sabaudia.