8200 euro per quella che doveva essere una vacanza da sogno ma che si è trasformata quasi in un incubo. Quasi, perché solo la voglia di non farsi prendere in giro (e perdere tutto) ha consentito a una coppia di Ardea di partire per il viaggio per il quale avevano investito così tanti soldi e tante speranze.
Ma veniamo ai fatti, così come riportati nella denuncia presentata nei giorni scorsi ai carabinieri di Tor San Lorenzo.
Premettiamo che il nome dell’agenzia non verrà pubblicato, in quanto, essendoci delle indagini in corso, non ci è possibile farlo.
IL PAGAMENTO IMMEDIATO
“Nel primo pomeriggio del 21 agosto 2019 – scrive la signora Cristina nella sua denuncia formale ai carabinieri – io e mio marito ci siamo recati presso l’agenzia di viaggi di Pomezia *** per prenotare una vacanza da effettuare dal 24 novembre al 10 dicembre 2019. In agenzia sceglievamo le nostre destinazioni, tra cui Dubai, Singapore e una crociera, stabilendo il prezzo da pagare direttamente all’agenzia, ovvero 8200 euro”.
Lo stesso giorno la coppia firma un contratto con la titolare dell’agenzia, che, per fermare il prezzo da “offerta speciale”, chiede un anticipo di 7.700 euro in contanti, che i clienti pagano “senza una ricevuta, solamente degli scritti di colore blu sopra al contratto che mi veniva rilasciato”.
“Il giorno dopo – si legge ancora nella denuncia – come da accordi effettuavo un bonifico da 500 euro. Preciso che, a fronte del pagamento, la signora mi aveva garantito che a stretto giro avrei ricevuto i biglietti del volo e delle varie prenotazioni, che avrei ritirato in agenzia”.
NIENTE HOTEL
Ma il 20 novembre, a soli 4 giorni dalla partenza, dei biglietti dell’hotel non c’è ancora traccia, nonostante i cliente avessero pagato già 3 mesi prima. Preoccupata, la coppia si reca più volte in agenzia a chiedere spiegazioni, senza riceverle. Riceve però, nel pomeriggio del 21 novembre, una mail dall’avvocato della titolare dell’agenzia di viaggi, di cui riportiamo il testo integrale senza i nomi.
“In nome e per conto della mia assistita, titolare dell’agenzia di viaggi ***, le significo quanto segue. A seguito del pacchetto turistico da voi richiesto, la mia assistita si è diligentemente operata al fine di soddisfare prontamente le esigenze da voi esigenze da voi evidenziate. Tuttavia, da quanto riferitomi dalla signora ***, la stessa si è ritrovata nell’impossibilità di procedere al pagamento delle spese di pernotto presso l’hotel da voi prescelto in Singapore a causa del mancato riconoscimento della carta di credito in uso alla stessa da parte della struttura. Evidenzio che in ogni caso la prenotazione per il numero di notti prescelto è a tutt’oggi effettuata, sebbene l’hotel abbia richiesto il relativo pagamento in loco. Pertanto, stante l’increscioso accaduto, in alcun modo imputabile alla signora *** e per la cui soluzione la stessa si è invano attivata, la stessa, mio tramite, propone le seguenti soluzioni alternative:
-cambio di struttura alberghiera che possa consentire il perfezionamento del pagamento attraverso carta di credito in uso alla sig.ra ***
-rilascio di un buono di pari importo spendibile presso l’agenzia di viaggi
-restituzione dell’importo in pagamenti rateizzati”.
La mail manda su tutte le furie la coppia: da quando avevano pagato erano passati più di 3 mesi: se le cose fossero davvero andate come sosteneva l’avvocato, perché dirlo dopo tutto questo tempo? E perché restituire i soldi rateizzati e non subito, visto che erano dei clienti, che potevano così usarli per pagare in loco l’hotel prescelto, che restava comunque prenotato? Che fine avevano fatto i soldi dei clienti, che non volevano assolutamente né cambiare albergo né fare altre vacanze in quell’agenzia?
IL VIAGGIO “ALL’AVVENTURA”
“Su consiglio del nostro avvocato – riporta ancora la denuncia – non ci recavamo in agenzia ma effettuavamo il viaggio e poi provvedevamo a farle arrivare una lettera. Di fatto avevamo il volo prenotato e giunti a Singapore all’hotel Marina Bay era presente una prenotazione a nostro nome, ma la stessa non era stata saldata dall’agenzia, quindi abbiamo provveduto a pagare nuovamente il nostro pernottamento come da ricevuta che allego. Durante il viaggio abbiamo appurato che la signora *** non aveva pagato nemmeno l’assicurazione sanitaria dell’importo di 70 euro cadauno nonostante in agenzia ci avesse fatto pagare 700 euro per questo servizio. In seguito abbiamo provveduto a far scrivere una lettera di risarcimento danni. Finora non ci è stato restituito nemmeno 1 euro”
IL TENTATIVO DI TRUFFA
“Voglio precisare – scrive ancora Cristina nella sua denuncia – che il 20 ottobre 2019 la signora *** mi comunicava telefonicamente che era in atto uno sciopero dei controllori dei volo, motivo per il quale dovevamo disdire il nostro viaggio e dovevamo prenotare di nuovo tutto l’itinerario. Siccome avevo forti dubbi su tale comunicazione, ho telefonato direttamente alla società Emirates e sono stata informata che non vi era in atto alcuno sciopero, ma si trattava di un evento accaduto un mese prima, quindi non avremmo avuto alcun problema. Quindi ho potuto realizzare che la signora aveva tentato di farmi disdire personalmente la prenotazione in modo che noi non avremmo potuto pretendere nulla da lei”.
Questa la denuncia-querela.
Adesso sarà il GIP a decidere se procedere o no nei confronti della titolare dell’agenzia che, a quanto ci risulta, ha altre denunce da parte di altri clienti a suo carico, tutte ancora con esito da definire.