Vicenda dai risvolti poco chiari nell’appalto riguardante i lavoratori della manutenzione stradale al Comune di Pomezia. I fatti. Nove dipendenti della Pomezia Servizi, quelli rientranti per l’appunto nel “pacchetto” destinato ai lavori per la cura ed il mantenimento dell’asfalto (e alle attività connesse), hanno cessato alla fine di Gennaio il loro contratto con l’Azienda per essere riassegnati ad una nuova ditta – con le medesime mansioni e condizioni contrattuali – vincitrice del nuovo appalto; i lavoratori hanno quindi sottoscritto regolare contratto con l’impresa subentrante per poi presentarsi, in data 2 febbraio, nella sede dell’azienda. Da qui, per entrare nel merito della questione, sono sorti i primi problemi, problemi che hanno portato i dipendenti a protestare davanti al Comune nella mattinata di oggi.
LA PREMESSA – Passano diversi giorni infatti da quel 2 Febbraio e nessuno dei nove dipendenti – nonostante, in teoria, il contratto sia già in essere – viene convocato per lavorare. Almeno fino a giovedì scorso quando, per la prima volta, ricevono una convocazione.
“Si sono presentati senza consegnarci una divisa o qualsiasi altra cosa “tipica” di una ditta, senza cioè fornirci quel minimo che serve ad un operaio. Noi siamo qui a protestare perché vogliamo lavorare – e in condizioni “normali” – anche perché tra l’altro sono soldi pubblici di tutti. E’ assurdo che non ci mettano nelle condizioni di farlo“.
Dopo qualche giorno arriva una seconda convocazione ma soltanto per tre dei nove dipendenti (i più giovani, fanno sapere sempre i lavoratori) per la giornata di oggi. E gli altri sei? I dipendenti, anche coloro che erano stati chiamati, decidono di far fronte comune e chiedono un incontro col Sindaco per ricevere spigazioni presentandosi sotto la sede dell’amministrazione, come detto, nella giornata di oggi. Ma come è possibile – ci siamo chiesti noi – che un appalto pubblico presenti tutte queste “stranezze”? Si può essere pagati – perché, sempre in teoria, il contratto l’hanno firmato tutti – per non lavorare? E, sempre perché si tratta di lavori pubblici, si possono avere queste condizioni (non una divisa, non un punto di ritrovo, niente di niente)?
LA RISPOSTA – Le spiegazioni del Primo Cittadino sono arrivate poco fa, riportate ad una delegazione degli operai. Il Sindaco, stando a quanto emerso dall’incontro, avrebbe assicurato che nei prossimi giorni la ditta provvederà a mettere nelle condizioni di lavorare tutti i dipendenti, prendendo anche una struttura da utilizzare come punto di riferimento per il lavoro; nessun problema dovrebbe esserci poi in merito alla questione stipendi che dovrebbero essere regolarmente corrisposti a fine mese. Lo stesso pensiero è emerso anche dall’azienda che ha incontrato con un proprio rappresentante Fucci sempre nella mattinata di oggi, volontà poi ribadita agli stessi lavoratori.
Insomma: nei prossimi giorni tutto dovrebbe tornare alla normalità ma ciò non farà altro che testimoniare… l’ennesima “anormalità” del nostro paese. Senza contare che, a farci una bruttissima figura, è stato il Comune stesso che non si è accertato da subito (e per tempo) delle reali ed effettive possibilità dell’azienda di partire a pieno regime nei tempi stabiliti. Così facendo quindici giorni di soldi pubblici sono andati in fumo, a cui si sommeranno, a partire da domani, tutti gli altri fino a quando la ditta non riuscirà a garantire il lavoro – e alle dovute condizioni – a tutti gli operai.