Una relazione di 6 pagine che possono essere riassunte così: ancora una volta il Comune di Pomezia “bastonato” in tribunale.
E stavolta la sentenza è di quelle pesanti, visto che si parla di una cifra di oltre 4 milioni di euro che l’amministrazione pometina potrebbe dover pagare all’ex Provincia, ora Area Metropolitana.
Ma vediamo di cosa si tratta: oggetto del contendere l’edificio che ospita l’istituto scolastico di via Copernico. Si tratta di una costruzione che appartiene a Città metropolitana: l’ente, già 16 anni fa, per l’utilizzo della scuola chiese un canone di affitto al Comune di Pomezia. Ma il Comune non ha mai versato nulla, vacendo decidere a quella che prima era la Provincia di rivolgersi al Tribunale per ottenere il dovuto. Il Comune di Pomezia ricevette quindi un decreto ingiuntivo di 2 milioni e 800 mila euro.
Invece di pagare, il Comune ha pensato bene, qualche anno fa, di opporsi (come al solito…). L’avvocato che segue la causa ha portato avanti la tesi che la struttura che ospita la scuola non è oggetto di nessun contratto di affitto e si poteva fare un “pari e patta” dal momento che la Provincia occupa un immobili che è invece di proprietà del Comune.
Peccato che il valore dei due immobili sia molto diverso: ben 4.086.100 euro la cifra che il Comune di Pomezia deve ad Area Metropolitana, “solo” 649.829 quanto quest’ultima deve invece al Comune.
La vicenda, durata anni, ha visto per un breve periodo il Comune di Pomezia tirare un sospiro di sollievo, quando nel 2016 la Corte d’Appello di Roma aveva annullato la condanna a pagare: i giudici avevano avallato la tesi che, dal momento che inizialmente la richiesta dell’ex Provincia riguardava i canoni non versati, questa non poteva trasformarsi durante la stessa causa in una richiesta di risarcimento per occupazione “sine titulo”.
Ma adesso la mazzata: la Cassazione, ditreo ricorso della sindaca di Città Metropolitana Virginia Raggi, ha ribaltato tutto, giudicando invece corretta la condanna nei confronti del Comune.
Pomezia dovrebbe quindi versare gli oltri 4 milioni di euro nelle casse di Città Metropolitana, mentre questa ne dovrà pagare al massimo 650 mila. La Cassazione ha deciso che la questione si dovrà risolvere una volta per tutte davanti alla Corte d’Appello, che dovrà quindi riformulare la sua sentenza del 2016 in diversa composizione della giuria.
Pubblichiamo di seguito copia della sentenza della Corte di Cassazione.