E’ un consiglio che non tratta esclusivamente del bilancio economico, quello che sta andando in scena da oggi a mezzogiorno a Pomezia: da oltre 7 ore, infatti, tutti i protagonisti si stanno “togliendo i sassolini dalle scarpe” che da cinque anni si sono evidentemente accumulati.
Esempio eclatante è – tra tutti gli interventi, che comunque portano sempre allo stesso punto – il discorso fatto dal consigliere di maggioranza Gianfranco Petriachi a nome di tutti gli esponenti del Movimento 5 Stelle e indirizzato al sindaco Fabio Fucci, che riportiamo integralmente.
“Qualche giorno fa ho postato su Facebook un mio ricordo di un 16 marzo di 40 anni fa, un 16 marzo, scrivevo, in cui ognuno ricorda dov’era quel giorno.
Anche oggi è un 16 marzo da ricordare. Mestamente.
Oggi quindi non è soltanto una seduta per l’approvazione di un bilancio preventivo, fatalmente il sindaco prima e larga parte dell’opposizione poi, l’ha trasformata anche in un bilancio di 5 anni di attività amministrativa.
Un 16 marzo che, voglio rassicurare la consigliera Zottola, non mi trova orfano, ma che, con dolore, mi trova di fronte alla perdita personale ancor prima che politica di un compagno di viaggio.
Abbiamo condiviso per lungo tempo un viaggio a cui mi sono unito in una sera di ottobre di otto anni fa.
Oggi non è soltanto un bilancio preventivo, ma ovviamente anche un bilancio di 5 anni di attività amministrativa.
Io, lei e Giuseppe Raspa, l’assessore che oggi lei svillaneggia, allora non nelle segrete stanze ma quasi nel retrobottega di una pizzeria.
Ho già detto nel mio ultimo intervento nel consiglio comunale scorso, cosa penso di quello che lei è oggi e di come ormai la considero e di come considero il suo attuale rapporto con i consiglieri ed anche con gli assessori.
Nonostante continui a ripetere io io io, L’Etat n’est pas toi, le ripeto ancor oggi, lo ripeto a lei ed ai suoi residui assessori.
In uno stato di diritto là dove ci sono poteri, ci sono pesi e contrappesi.
Per questo un bilancio pur se preparato dalla giunta, passa obbligatoriamente per l’approvazione del consiglio, ed il consiglio non può trasformarsi, non può trasformarsi più in una carta carbone della sua volontà ed è stata necessaria un’analisi profonda di quanto in essa contenuto, che abbia o non abbia prodotto risultati negativi.
Lei può credere di andare a 300 all’ora, ma poi, sopra a lei ci sono le leggi che le impongono la velocità massima di 130 all’ora. In autrostrada, poi. E per fortuna l’autostrada è ancora molto lontana da Pomezia ed io spero che tale rimanga. Quindi lei può andare a 90 all’ora. Non lo dico io, non lo dice il consiglio. Lo dice la legge. E questo è vero sopra ogni cosa quando si parla di bilancio.
Lei però questi pesi e contrappesi non li vuole.
Non vuole degli assessori che si frappongano fra lei e la sua ambizione.
Non vuole associazioni, dipendenti, dirigenti, presidenti che le tengano testa.
Non vuole consiglieri che, specialmente sul bilancio, svolgano appieno il proprio ruolo.
La sua ossessione per il potere vuole solo sudditi che possano accontentarsi di pascersi di quei bocconi che lei con magnanimità gli regala.
Qualcuno lo capisce prima, qualcuno l’ha capito dopo, altri hanno solo peccato, forse per troppo tempo, di troppa fiducia e troppa pazienza.
Ma oggi la pazienza è stata tenuta talmente sotto pressione che si trasforma in un poderoso “vaffa…”.
Lo stesso che lei, o quello che lei era, o forse quello che credevamo che lei fosse, fino a ieri riservava a quei politici locali che oggi rincorre lei sì, nelle segrete stanze, nei bar, nei circoli o circoletti, negli anfratti della bassa politica delle promesse, degli interessi e dei favori che si intravvedono dietro le recenti delibere con impatto economico che ingessano, oltre ogni volontà del legislatore e della logica, questo bilancio.
L’ossessione per il potere, per quella di una fascia da sindaco che tanto le piace indossare, ma che da qualche tempo a questa parte tanto poco onora, ci lascia basiti, esterrefatti, sconcertati, anche a proposito di quello che lei ha messo in atto oggi in questa seduta.
I paragoni con altri per i quali tali ossessione è stata fatale vengono facili.
A partire da quello stesso Napoleone di cui lei ha in passato ostentatamente indossato la maschera, forse con una sarcastica ed arrogante sfacciataggine, chissà se già pregustando quanto oggi si sta compiendo.
Miopi noi a non averlo capito per tempo? Forse.
Ma di certo fino a qualche mese fa, seppure con strappi e sforzi, comunque l’unità di indirizzi se non di intenti si erano comunque realizzati.
Da qualche mese a questa parte però questo non è più stato possibile.
E questo non certo per colpa o demerito dei consiglieri comunali.
Lei ha deciso di disattendere una regola, che fosse anche discutibile nella sua astrazione, oggi ritengo ancor più sacrosanta ed illuminante, alla luce degli effetti e dei successivi comportamenti così simili a quella stessa politica di bassa lega che lei insieme a noi fino a qualche mese fa asseriva profondamente disprezzare.
Quali che siano i suoi maestri, continui pure a consultare i suoi manuali di propaganda. Ripeta le sue bugie cento, mille, un milione di volte, come ha fatto anche qui oggi, non diventeranno verità. Neanche quando ci accusa di avere mancato alle nostre responsabilità sul bilancio.
Già la verità …
Noi dalla nostra parte facciamo nostre in questa giornata per noi delicata e dedicata oltre a questo consiglio anche alla memoria dolorosa del rapimento dell’on. Moro ed al massacro della sua scorta :
Quando si dice la verità
non bisogna dolersi di averla detta
La verità è sempre illuminante
Ci aiuta ad essere coraggiosi
E noi coraggiosi lo siamo stati per oltre 4 anni, lo siamo stati soprattutto in questo ultimo periodo, lo siamo stati e lo siamo ancora oggi in questa seduta e su questo bilancio di previsione, lo saremo ancora di più domani ed in futuro per il bene, noi sì, esclusivo della città di Pomezia.
Non credo che lei, oggi, possa dire lo stesso”.