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Pomezia, Alfonso Sabella presenta “Capitale Infetta” (AUDIO)

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Un incontro intenso, profondo e ricchissimo di contenuti. Si può liberare Roma da mafia e corruzione? Sì, secondo Alfonso Sabella, ex Assessore alla Legalità della giunta di Ignazio Marino, che ha presentato a Pomezia  il libro “Capitale Infetta”, un volume in cui si sviscera il pantano amministrativo romano che l’ex magistrato è stato chiamato a sanare. Nella giornata di ieri, presso la libreria Odradek di Pomezia, è stato presentato il suo volume in un incontro moderato da Martina Zanchi giornalista de “Il Caffè”.

“Capitale Infetta” è quasi un diario di bordo in cui Sabella, insieme al giornalista de “Il Fatto Quotidiano” Giampiero Calapà, annota vittorie, battaglie e sconfitte, affrontate con determinazione e nel segno della legalità. Roma è l’esempio massimo di complessità, lungaggini burocratiche e infiltrazioni di affaristi vari: la riflessione di Sabella può così essere di stimolo per riconoscere e affrontare anche le sfide di casa nostra soprattutto guardando al futuro: in tal senso la visione di Sabella è comunque positiva nel senso che, secondo il magistrato, si può e si deve uscire da tutto quello che è accaduto a Roma.

Alfonso Sabella a Pomezia: la presentazione di “Capitale Infetta”

Cosa si aspettava al momento delle deleghe ricevute dal Sindaco Marino?

“Non conoscevo personalmente Marino. Gli chiedo carta bianca e il Sindaco acconsente. Al momento del mio arrivo tuttavia trovo una realtà molto peggiore di quanto mi aspettassi. Sapevo che c’era una situazione critica ma non immaginavo fino a quel punto. A Roma ho trovato la somma di tutto il male che ho visto nella mia vita. “Mafia Capitale” è tra l’altro solo la punta dell’iceberg del meccanismo della malavita. In Campidoglio ero solo ma volevo essere solo. Non mi fidavo di nessuno: sapevo dove erano tutti ma non sapevo chi erano, al contrario di quando cercavo i mafiosi a Palermo. A Palermo non sapevo dove si nascondevano i mafiosi, dovevo trovarli, ma almeno sapevo chi erano. A Roma non ho trovato né disciplina né onore, valori che dovrebbero essere alla base di qualsiasi amministrazione. Quando arrivo dico delle banalità assolute ma che nella Capitale non c’erano: a Roma si lavora solo per “emergenze”, la programmazione non esiste. Come si possono considerare il “freddo”, il “guano”…emergenze? La risposta è semplice, in questo modo si possono dare gli appalti al primo che passa, ovvero all’amico dell’amico, quello che magari mi ha più “foraggiato” nel corso del tempo

 

Giampiero Calapà come nasce questo libro?

“Mi trovo col mio giornale a seguire “Mafia Capitale” e le vicende dell’Amministrazione Marino. Dopo lo scoppio del caos il Sindaco nomina assessore alla legalità Sabella e rimango subito colpito dal modo in cui il Dott. Sabella gestiva le varie cose che gli capitavano tra le mani. Gli propongo di scrivere insieme un libro per raccontare quello che stava facendo e lui acconsente”

 

Il Caso di Ostia

“Mi ero occupato del litorale tanti anni fa quindi per me non si trattava di una prima volta. Tuttavia quando arrivo ad Ostia mi accorgo che il territorio era completamente cambiato. Roma non è mafiosa piuttosto è corrotta. Ad Ostia è diverso: lì c’è proprio la mafia tradizionale. Tant’è che non appena inizio ad occuparmi della questione iniziano a succedere cose strane: minacce e tutto il resto, soprattutto ai miei collaboratori. Ad Ostia la Mafia c’è ed è pressante. Mi dispiace di non essere riuscito a finire quello che mi ero proposto”

 Il Caso di Ostia – parte prima
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