Si sono avvicinati con una scusa e li hanno aggrediti all’entrata del parco di via Ettore Fieramosca, mentre passeggiavano con i loro cani. A raccontare la brutta avventura è uno dei protagonisti, ancora sconvolto. “Stavamo facendo la consueta passeggiata mattutina prima di andare al lavoro, che ci consente anche di controllare il parco, per verificare che durante la notte non siano stati danneggiamenti e non siano stati lasciati rifiuti o altro. Ad un tratto – spiega uno dei due volontari – siamo stati avvicinati da due stranieri”. È successo questa mattina, alle 6:45, a Roma, al Pigneto.
La tentata rapina al Pigneto
L’uomo descrive i due aggressori. “Erano due extracomunitari. Uno sembrava nordafricano, forse tunisino. L’altro invece, molto più scuro di carnagione, presumo venisse da una zona più centrale dell’Africa”. I due hanno avvicinato i volontari con una scusa, adulando i cani. “Hanno fatto i complimenti, esaltando la bellezza dei nostri esemplari. Ma era ovviamente una scusa per derubarci. Lo abbiamo capito e ci siamo allontanati. Ma loro ci hanno inseguiti e hanno circondato il mio amico, poi gli hanno messo una mano in tasca per sottrargli il telefono. Lui se ne è accorto e ha bloccato il polso dell’uomo che lo stava derubando, allora ci hanno aggrediti, iniziando anche a insultarci con parolacce”.
I due volontari sono comunque riusciti a difendersi, chiamando la polizia. All’arrivo degli agenti, sul posto dopo neanche 7 o 8 minuti con due volanti, gli aggressori si erano dileguati. “Abbiamo descritto ai poliziotti anche come erano vestiti, per facilitare la loro identificazione. Siamo andati con loro fino a via Monte Cuccoli, per controllare se fossero andati verso il bar, ma non li abbiamo trovati. Questa volta è andata bene, perché eravamo due uomini, oltretutto con due cani al seguito. Ma se sono così disperati da aggredire – di giorno – due uomini con i cani, cosa potrebbe succedere a una donna da sola, magari di sera?”
Residenti preoccupati
La situazione al Pigneto è preoccupante proprio per l’alto tasso di sbandati che vive o bazzica il quartiere. I residenti non si sentono tranquilli, nonostante si siano organizzati attraverso gruppi e chat, scambiandosi informazioni e lanciando iniziative per sollecitare le istituzioni ad alzare il livello di sicurezza nella zona.
“Finora – sostengono i residenti – ci sono stati solo promesse e rimpalli di responsabilità e nient’altro. Noi invece chiediamo fatti concreti, per la nostra incolumità. Azioni di contrasto e controllo e programmi di educazione o reale integrazione, invece, non ci sono mai stati. E il risultato è sotto gli occhi di tutti”.