Un tentativo di furto, forse, finito in morte. La storia del presunto ladruncolo, linciato da due condomini all’interno dell’ascensore della palazzina dove avrebbe compiuto il colpo. Chi è accusato di omicidio, due uomini di nazionalità moldava, parla chiaramente di come la vittima fosse un “topo d’appartamento”, con il pestaggio avvenuto più per difesa da parte di quei due uomini che la volontà di uccidere l’uomo.
Picchiato a morte in ascensore: era un ladro?
Secondo la ricostruzione dei due accusati per omicidio, il presunto ladro viene ritrovato in casa loro. All’interno dell’abitazione, presente nel Comune di Mestre, ne parte una colluttazione con il presunto “topo d’appartamento”, che sfocia poi sulle scale condominiali. Qui, il presunto ladruncolo, vive i propri ultimi drammatici istanti di vita, spirando in un ascensore sotto i colpi di pugni e calci alla propria testa.
La difesa dei due presunti assassini
I due uomini moldavi, peraltro cugini, non ci stanno a passare per “assassini”. Loro giurano di “aver visto quell’uomo rubare in casa loro”, in un’aggressione nata principalmente per far scappare dalla casa quel ladro. La vittima, infatti, sarebbe stata trovata “mani nel sacco” mentre provava a portarsi via alcuni oggetti preziosi dall’appartamento vissuto dai due signori dell’Europa Orientale.
Le ultime parole della vittima
Il pestaggio ai danni del presunto ladro sarebbe avvenuto ieri sera, 9 agosto, verso le 22.30. Durante quell’ora, per le scale è riecheggiato il grido di “Aiutatemi! Aiutatemi!”. A urlarlo un ragazzo, definito un presunto ladro dai propri aggressori, che pochi secondi dopo avrebbe spirato per le violente botte subite. La vicenda, avvenuta in un condominio di via Rampa Cavalcavia, avrebbe subito allertato gli altri condomini della scala, che subito hanno allertato i soccorsi del 113.
Il ritrovamento del cadavere
I Carabinieri occorsi sul posto, hanno trovato un ascensore bloccato al terzo piano. All’interno, due uomini e un morto. La vittima, ovvero il presunto ladro, vedeva la testa sfondata, probabilmente dalle violente botte subite da uomini di origine straniera.