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Peste suina a Roma, è allarme cinghiali: ‘Gli animali morti vanno segnalati’

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Cinghiali che passeggiano in strada a Roma

Da Genova al Piemonte, la pesta suina è arrivata anche a Roma. E ora l’allerta è massima, al punto che Campidoglio e Regione Lazio hanno pensato bene di attivare una serie di misure per contenere i cinghiali, per mettere un freno alle loro ‘incursioni’. Che in realtà sono sempre più frequenti, dalla periferia al centro: intere famiglie che ‘passeggiano’ per le strade come se nulla fosse, che cercano da mangiare vicino ai cassonetti di rifiuti, spesso stracolmi. E questo succede a volte anche in pieno giorno.

Alla paura, alla decisione di alcuni cittadini di Roma Nord di non uscire di casa dopo le 22, quasi come se fosse un secondo lockdown, questa volta ‘imposto’ dai cinghiali, si aggiunge anche il primo caso di peste suina africana. E gli unici modi per combatterla restano: reti, cancellate, task force e l’attivazione di un numero verde, da contattare alla vista di animali morti, carcasse che potrebbero essere ‘positive’ al virus. 

La task force contro la peste suina a Roma

Come ha spiegato la Regione Lazio, presto verrà messo a disposizione un numero verde della Protezione civile regionale (803555), che servirà ai cittadini per segnalare ritrovamenti di animali morti. Ma non solo. In base alle carcasse, si individuerà l’area da isolare, così da consentire tutti gli interventi necessari.

E se da una parte bisognerà limitare gli spostamenti degli animali selvatici, installare delle reti per bloccare i loro scavi e i ‘varchi’ che si creano per entrare in città, dall’altra sarà necessario isolare i casi di peste suina. Che non rappresenta un pericolo per l’uomo perché non ci sono rischi per la salute legati al consumo di carne.

Quello che è certo, però, è che bisogna fare qualcosa il più presto possibile perché la Coldiretti è stata chiara: “Nella provincia di Roma si calcola la presenza di oltre 20 mila cinghiali che, oltre a distruggere i raccolti e spaventare i cittadini, rappresentano anche un danno economico concreto per le misure di contenimento della commercializzazione che scattano dopo l’accertamento del contagio”. Cinghiali che, quindi, restano ‘sorvegliati speciali’. 

 

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