Diversi abusi nei licei della provincia, nelle case famiglia e nei centri antiviolenza legati all’associazionismo cattolico: le procure di Latina, Tivoli e Roma indagano su una rete di pedofilia nel mondo ecclesiastico.
In principio adescavano minorenni nell’ora di religione, tra i banchi delle scuole romane e di provincia. Le “confessioni” a cui un professore di religione e a un diacono hanno sottoposto tanti ragazzi dell’hinterland laziale vanno ben oltre l’esercizio della fede. Le procure di Latina e Tivoli sono partite proprio dalla testimonianza di uno studente di un liceo scientifico di Latina per dipanare una matassa di abusi, violenze sessuali e minacce che interessa tantissime comunità parrocchiali e casa famiglia, fino ai centri antiviolenza. Una rete di pedofilia che dalla provincia potrebbe arrivare almeno fino alla Capitale, dove ora indagano i pm di piazzale Clodio. Se non addirittura, coinvolgere altre comunità sparse per l’Italia.
Le segnalazioni a Latina nel 2023: l’avvio dell’indagine
La triade di procure, tra Latina, Tivoli e Roma, lavora ora sui casi di pedofilia che hanno interessato per un anno diversi adolescenti, a partire dal capoluogo pontino. Come raccontato da Repubblica, a occuparsi del caso per prima è stata la procura di Latina. Il fascicolo è stato aperto a gennaio 2023, dopo che la Garante per l’infanzia e l’adolescenza, Monica Sansoni, ha raccolto le testimonianze di uno studente del liceo scientifico di Latina.
Lui, così come altri ragazzi, sarebbe stato tra le vittime di un 50enne, professore di religione. L’uomo avrebbe tentato un approccio via social, inviando foto e video osceni. Una situazione che ha portato all’apertura di un’inchiesta con il procuratore Carlo Lasperanza, che ha disposto il successivo sequestro di due telefoni cellulari, due computer portatili, tablet e due pennette Usb anche su ordini della Curia, già allertata dei fatti. Dopo le prime denunce a scuola, il 50enne accusato di pedofilia è stato rimosso dall’incarico, ma continuò a lavorare in Diocesi, per l’Istituto di sostentamento del clero. Fino a quando a luglio dell’anno scorso è stato arrestato e messo ai domiciliari. Un’ordinanza a cui ne è poi seguita una seconda nel settembre successivo.
Dai banchi di scuola alle comunità religiose: abusi e violenze sui minori
Una volta che l’indagato non ha avuto più modo di abusare dei minori tra i corridoi scolastici (tre i ragazzi che avrebbe adescato in quelle occasioni), avrebbe proseguito approfittando in altri contesti legati all’associazionismo cattolico. Ai tre studenti avrebbe inviato foto e messaggi spinti. In alcune, secondo quanto hanno raccontato le vittime a Repubblica, si sarebbe mostrato disteso sul letto, in mutande, a gambe divaricate. Immagini eloquenti, ma anche le allusioni scritte dell’uomo non erano da meno. In chat scriveva “Sei anche tu nudo sul letto? Non ti mando foto mie per decenza”.
I reati peggiori, però, li avrebbe commessi nei confronti di due adolescenti: uno di una casa famiglia di Terracina, dove risiederebbe l’indagato, l’altro figlio di amici in comune. A quest’ultimo avrebbe esibito un video porno insieme a un frate, tentando di convincere il ragazzo a fare lo stesso. Un anno di timori e tentennamenti per il ragazzo, che ha pensato a lungo se raccontare o meno la vicenda. Temeva di essere ammazzato, così come sospettava che la rete di abusi non si fermasse solo a Latina ma nascondesse “situazioni strane” anche fuori dal comune. Ai piani alti.
Maggio 2023: da Latina a Tivoli
Da Latina, la vicenda si è allargata a macchia d’olio anche a Tivoli. Gli investigatori sono partiti dal professore di religione del liceo scientifico del capoluogo pontino, per poi scoprire che diversi ragazzi subivano abusi anche a pochi km di distanza. A Tivoli gli inquirenti sono risaliti così a un diacono 47enne, anche lui con un passato da professore di religione e vicepreside a un istituto tecnico di zona. L’uomo, secondo quanto raccontato dalle vittime, in questo caso avrebbe approfittato di un 16enne durante un campo scuola a Loreto, in provincia di Ancona. Il minore nel 2019 avrebbe confidato l’accaduto agli psicologi del consultorio familiare da cui era seguito, tanto da allertare anche il commissariato di Tivoli. Da lì sarebbe partita un’informativa alla Procura, ma senza sbocchi: l’indagine fu archiviata pensando che il minore avesse sognato tutto.
Peccato che le segnalazioni di abusi, a carico del 47enne, continuarono ad arrivare. Stando a quanto riportato da Repubblica, l’uomo avrebbe compiuto violenze a Tivoli, Guidonia e in altri centri religiosi, sparsi in tutta Italia con la frequenza di una volta al mese. Circa 50 violenze, avvenute anche durante gite con le comunità religiose. Nel caso di un minore, affidato da una coppia di genitori all’ex diacono, il ragazzo avrebbe subito abusi per quattro anni continui, interrotti solo dal lockdown.
I due indagati e le condanne
Il 7 marzo il 47enne ed ex diacono è stato condannato a 9 anni di reclusione dal giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Tivoli, che lo ha ritenuto responsabile di abusi su due minorenni: all’epoca avevano 12 e 16 anni. Per dissimulare la gravità dei fatti, il 47enne abusava di loro mentre erano immersi nel sonno o erano in dormiveglia, sottoponendoli ad sessuali. L’accusato in aula avrebbe negato tutto, sostenendo di vivere un “momento di depressione”.
Quanto al professore di religione di Terracina 50enne, per lui è stato chiesto il rinvio a giudizio. Avrebbe derubricato l’invio di materiale pornografico a un “approccio sbagliato”, sostenendo di essere stato lui a essere stato abusato.
I legami con Roma: atteso il riscontro della Procura
A insospettire gli investigatori e ad attivare la procura di Roma, ora, è un particolare che potrebbe scoperchiare un vaso di pandora. Perché per esempio la foto del 47enne di Tivoli si trovava sui dispositivi sequestrati al diacono di Terracina?
Bisognerà poi chiarire il perché, nonostante le segnalazioni, la curia vescovile abbia lasciato al suo posto il 47enne dopo il primo allarme di abusi sui minori nel 2019. E infine perché l’ex diacono 50enne, avrebbe minacciato la familiare di una delle vittime, prima ancora dell’avvio delle indagini, chiedendole di convincere la vittima a non presentare denuncia?
Il sospetto è che questo mosaico di violenze arrivi fino al mondo ecclesiastico romano. Nel frattempo, nel capoluogo pontino gli investigatori stanno setacciando anche una parrocchia dove presterebbe servizio un sacerdote con incarichi importanti. Il sospetto è che da Latina, passando per Tivoli e arrivando a Roma, possano aver preso parte alla rete di pedofili anche personaggi importanti, soprattutto nella Capitale.