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Parla al cellulare mentre guida, automobilista assale i Carabinieri con calci e pugni

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Automobilista aggredisce i Carabinieri a Sondrio

Scene di ordinaria follia per le strade d’Italia, dove un uomo è stato fermato dai Carabinieri mentre parlava al cellulare durante la guida. Mai avrebbero pensato i Militari che quel fermo si sarebbe rivelato in una brutale aggressione, con il soggetto arrivato ad assalirli con calci e pugni, oltre che con gravi epiteti irripetibili e soprattutto sputi. Una vicenda che, peraltro, ha bloccato il traffico per diversi minuti.

Il fermo dell’automobilista che parlava al cellulare

La vicenda è avvenuta quest’oggi all’alba nella località di Sondrio. Intorno alle 6.30 del mattino, i Carabinieri fermano un uomo perchè, durante la guida, era impegnato a parlare con il proprio telefonino, violando di fatto le regole del Codice della Strada e soprattutto della “guida sicura”. Ne è scoppiato un alterco tra i militari e lo stesso soggetto, che per diversi minuti ha bloccato il traffico tra il Berbenno di Valtellina e Colorina.

L’assalto alla volante dei Carabinieri

Mentre gli autisti della strada filmavano la degradante scena, la follia dell’automobilista non scemava. Anzi, da solo trova la forza di assalire i Carabinieri, che optano di ritirarsi all’intento della Gazzella, chiudendosi all’interno per evitare di essere picchiati. Vedendo tale scena, la follia del soggetto si è scagliata contro la stessa automobile, una classica Alfa Romeo di servizio, con la persona che prende a calci e pugni i vetri e la carrozzeria dell’autoveicolo. Non contento, arriva addirittura a salire sul tettuccio e saltarci sopra. 

Automobilista sul tettuccio della Gazzella dei Carabinieri

La scena ripresa dagli altri automobilisti

Al momento del fermo, l’uomo è risultato essere un 32enne romeno con residenza, ormai da diverso tempo, nella provincia di Milano. Meraviglia come, all’interno di questa operazione, la volante dei Carabinieri sia rimasta isolata, coi cittadini che filmavano la scena e soprattutto altri colleghi delle forze dell’ordine che non arrivavano ad aiutarli nella gestione del pericoloso automobilista fuori dal loro abitacolo. 

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