Papa Francesco vuole arrivare alla verità sul caso riguardante Emanuela Orlandi, in una sparizione che getta ambiguità all’interno dei salotti vaticani. Infatti, come denunciato dalla stessa famiglia Orlandi, qualcuno sa dentro il Vaticano ma evita ormai dal 1983 di parlare. Questo perchè dietro la sparizione potrebbero essere legate tante, partendo da scenari geopolitici sotto Giovanni Paolo II e obiettivi edilizi su cui la criminalità romana (si legga Banda della Magliana) si stava muovendo all’epoca.
Papa Francesco apre l’inchiesta sul caso Orlandi
Come detto, il Santo Padre vuole vederci chiaro sulla storia. Un concetto che ribadisce in sue recenti dichiarazioni sull’indagine della ragazza scomparsa: “Il mondo ci guarda, adesso voglio la verità”. Papa Francesco ha affidato le indagini nelle mani di Alessandro Diddi, procuratore del Vaticano. Secondo Diddi, “Nella Chiesa ci sono ancora figure reperibili che conoscono i fatti, basta segreti”. Linea dura del Vaticano, dopo anni che qualche sistema ha cercato di imbavagliare l’inchiesta? Chissà, ma la linea di Francesco I sembra molto netta in confronto al passato, soprattutto facendo un parallelo con le scelte su questo spinoso caso di Giovanni Paolo II e poi Benedetto XVI.
Al Corriere della Sera, il procuratore spiega: “Papa Francesco mi ha investito del ruolo di capo di questo delicatissimo Ufficio, che sto riorganizzando anche grazie all’aiuto di due magistrati ordinari e due applicati. Tra i fascicoli ereditati dal mio predecessore, il professor Gian Piero Milano, ve ne era uno contenente una serie di denunce della famiglia Orlandi relative alla scomparsa di Emanuela. Al fine di fare definitiva chiarezza sulla vicenda, nel gennaio di quest’anno ho ricevuto dal Papa l’incarico di occuparmi del caso. Il desiderio e la volontà ferrea del Papa e del Segretario di Stato sono di fare chiarezza senza riserve”.
Lo stato delle indagini sul caso Orlandi oggi
Il procuratore Diddi prosegue con la spiegazione del caso Orlandi e come si sta lavorando sulle indagini: “In pochi mesi sono state effettuate verifiche non espletate in 40 anni. Gli approfondimenti eseguiti dovranno emergere, perché sono attività di indagine destinate a confluire integralmente nei fascicoli dell’Ufficio e di questo anche le gerarchie vaticane sono pienamente consapevoli. Sentiremo Pietro Orlandi e acquisiremo le necessarie informazioni testimoniali, ascoltando quanto di inedito ha da riferirci”.
Ma la Banda della Magliana che ruolo ha avuto in questa faccenda? Ecco l’ipotesi del Procuratore vaticano: “Premesso che non posso entrare nello specifico e che sull’argomento ci sono indagini enormi della Procura di Roma, temo che il ruolo della Banda della Magliana nel caso Orlandi sia stato sopravvalutato, sebbene esistano alcune evidenze. La situazione, tuttavia, impone un inquadramento più ampio”.