Cambiano i giorni, un nuovo anno è iniziato, ma per il principe Marco Doria, ex Delegato all’ambiente e Rifiuti del VI Municipio di Roma, la situazione è sempre la stessa. E nulla cambia. Tra minacce e ordigni. Proprio come è successo questa mattina, ancora una volta a casa, sulla Cassia: è qui che la scorta lo ha avvisato perché era stato trovato un ordigno, l’ennesimo di una lunga scia che sembra non voglia arrestarsi. L’ennesimo atto intimidatorio nei confronti di Doria, che da quando si è dimesso a settembre continua ad occuparsi del VI Municipio e di quel ‘mondezza tour’ ormai noto, in quella terra che sembra essere di ‘nessuno’.
Ancora minacce a Marco Doria
“Hanno smantellato la zona, ci hanno fatto allontanare. Mi hanno dato il buon anno così” – ha detto ai nostri microfoni Marco Doria. L’ennesimo atto intimidatorio, a pochi giorni di distanza dall’ultimo quando, la settimana prima di Natale, hanno distrutto il lunotto posteriore della macchina di sua madre. Questa mattina ancora un ordigno, che è stato fatto esplodere. “Hanno attivato le procedure di emergenza per l’esplosione. Mi hanno avvisato i ragazzi della scorta, poi sono arrivati gli artificieri, gli agenti di Polizia, i Carabinieri” – ha spiegato Doria.
I sospetti
“Se continuano ancora oggi ad avercela con me vuol dire che quello che sto facendo è un lavoro oscuro, ma importante, altrimenti non si spiega” – ha dichiarato Marco Doria, che da tempo ormai deve fare i conti con minacce e continui atti intimidatori. Prima gli hanno avvelenato il cane con wurstel e chiodi, poi hanno ‘piazzato’ una bomba sotto la sua macchina a Piazza Mazzini. Quella volta non si è sfiorata la tragedia solo perché la miccia, probabilmente difettosa, non è esplosa. Senza contare, poi, gli episodi di novembre, quando sono stati trovati ben due ordigni: uno esploso nel giardino, l’altro nella siepe del muro di cinta. E tutto questo anche ora che vive con la scorta, sotto protezione.
Roma, pacco bomba al principe Marco Doria, ex delegato all’ambiente: è il secondo in due settimane
“E se decidessero di togliermi la scorta? Io cosa faccio? Sono spavaldi, continuano. Io i sospetti li ho, sicuramente il mio andare sul posto dà fastidio a qualcuno, il fatto che io sia presente probabilmente è scomodo. E tutto potrebbe essere ricondotto ai rifiuti, al municipio VI, a quel tour della mondezza che continua”. Nonostante le minacce, gli ordigni e qualcuno che prova, ormai da mesi, ad ostacolare il suo lavoro. ”
Tutti i precedenti
Quello di stamattina non è certo un caso isolato. Solo a novembre scorso Marco Doria ha dovuto fare i conti con due atti intimidatori, a poche settimane di distanza: il primo il 7 di quel mese, quando la bomba è stata fatta esplodere nel giardino di casa, il secondo il 23 con il pacco esplosivo posto sulla recinzione del muro di cinta dell’abitazione. Un’escalation di minacce che sembra non avere fine. Dagli ordigni trovati nel contatore del gas alla busta con i proiettili fatta recapitare al Municipio (dopo le sue dimissioni) e negli Uffici dove lavora. Per non parlare, poi, di una sua fotografia cerchiata di nero (a mo’ di santino con una croce sul viso) rinvenuta con i ragazzi della scorta, di diversi sfregi sull’auto e di continue minacce ‘social’. A tutto questo si aggiunge il pacco bomba di questa mattina: anche in questo caso era stata ‘attaccata’ la foto di Doria con il nastro. E secondo lui tutto è da ricondurre all’attività di denuncia che sta svolgendo. “In quella zona bisogna andare con l’esercito e con le forze dell’ordine, mettere un commissario prefettizio che dirige tutto. Nel VI municipio succede tutto, è terra di nessuno” – ha concluso Doria. Che nonostante le minacce non ha nessuna intenzione di fermarsi.
Roma, attentato a Marco Doria: bomba nel giardino di casa dell’ex delegato sotto scorta
Maria Corrao e Federica Rosato