Mancano ormai pochissimi giorni all’inizio del nuovo campionato di serie D. La nuova stagione vedrà, per il terzo anno consecutivo, l’Ostiamare giocare con le porte chiuse. I tifosi, ancora una volta, non potranno assistere agli incontri di campionato disputate in casa dalla loro squadra del cuore. E la stessa cosa succederà a tutti i genitori a cui sarà negato di vedere dalle tribune le partite dei loro bambini. Perché il divieto riguarda non solo la prima squadra, ma anche le giovanili.
Nonostante tutti gli sforzi, infatti, alla vigilia del nuovo campionato non ci sono novità riguardo un’eventuale apertura – in tutti i sensi – da parte del Comune di Roma nei confronti della società che gestisce l’Ostiamare. La vicenda è ormai nota a tutti. Da quando è cambiata la gestione societaria è come se fosse caduta una mannaia sulla struttura di via l’impianto sportivo di via Giovanni Amenduni. Controlli a tappeto che hanno portato a scoprire presunti abusi (anche se varie documentazioni dimostrano che ci sono progetti che attesterebbero la regolarità delle strutture) che portano allo smontaggio della tribuna e alla chiusura del bar, che in precedenza veniva addirittura dato in affitto. Tralasciando il documento falso da noi trovato riguardante il permesso per il pubblico spettacolo, che in realtà era riguardante un evento di moda e con il quale l’Ostiamare aveva potuto giocare tranquillamente fino all’arrivo del nuovo Presidente, non si può negare che, arrivato Di Paolo, le cose siano improvvisamente cambiate.
Parlano gli ultras
Situazione inverosimile
“Questa è una situazione davvero inverosimile”, prosegue il tifoso. “Siamo costretti a vedere le partite dal parcheggio. L’idea che ci siamo fatti è che si tratti di un dispetto politico. Ma è una cosa assurda, perché così si danneggia lo sport, ma anche tutta la città”. L’Ostiamare non ha più i tifosi ‘di una volta’. “Non abbiamo più il tifo organizzato della curva. Adesso siamo gruppi di supporter di varie età, dai ragazzi di 15/20 anni fino agli anziani. Io ho 49 anni e seguo la squadra da quando ero bambino. Ma quello che ha cambiato il tifo sono state le diffide, ingiuste, che ci hanno colpito. Una quindicina di ragazzi hanno ricevuto delle restrizioni che hanno spaccato la tifoseria. Anche l’evento del Covid ha inciso, prima sospendendo i campionati, poi svuotando gli stadi. Da quel momento noi non siamo più rientrati. Sono 4 anni che non vediamo l’Ostiamare giocare sul proprio campo“.
Come avete preso il cambio di presidenza, nel gennaio del 2022? “Non conoscendo bene Di Paolo, la prima cosa che abbiamo fatto è stata prendergli ‘le misure’, per capire che tipo fosse. Dopo averlo studiato a fondo e averlo messo alla prova, adesso gli diamo il mille per mille di fiducia. La cosa che più ci fa arrabbiare è che l’Ostiamare, con la vecchia gestione, ha giocato per 15 anni in quella struttura, senza che nessuno dicesse niente. Tutti, noi compresi, sapevano che c’erano dei problemi. Infatti qualcuno si vantava dicendo che se non fosse stato per lui non si sarebbe potuto giocare. A me, da tifoso, non importava. Interessava solo che si giocasse a porte aperte. Ma, andando via la vecchia dirigenza, ecco che sono arrivati i problemi ed è successo che si sono chiuse le porte”.
“Troppe storie strane”
“Ormai è palese che ci sia qualcosa di non chiaro anche a livello istituzionale – prosegue il tifoso – e che nessuno si sia preso la briga di andare a fare domande alla vecchia gestione. Eppure a Ostia, appena qualcuno ruba una gallina, si apre una nuova puntata di ‘Romanzo Criminale’. Ma per questa cosa tutto tace. Nessuno si chiede come abbiano fatto a giocare per 15 anni. E, soprattutto, come sia possibile che dopo una settimana che Di Paolo abbia acquistato la squadra improvvisamente tutto sia diventato irregolare, quando prima tutto misteriosamente era regolare? E perché non gli viene concesso di fare la sanatoria?”
“Ci sono troppe storie strane: dai contatori truccati agli abusi che non sono abusi. Intanto l’Ostiamare sta da due anni e mezzo senza stadio e nessuno si chiede veramente perché. Al Municipio nessuno fa niente per risolvere questo stallo. Per noi supporter è una situazione stagnante, perché senza stadio non solo siamo costretti a vedere le partite dal parcheggio, ma non riusciamo a coinvolgere nuovi cittadini nei nostri progetti di tifo e di sponsor, di amore verso la squadra. Dove li portiamo, in mezzo alle auto, invece che sugli spalti? Ci saranno sempre meno tifosi, in questo modo: se lo stadio è chiuso, dove la metti la gente? Noi comunque abbiamo fiducia in Roberto Di Paolo: se ha investito tanto e ci sta mettendo ancora così tanta passione, evidentemente sa di avere ragione. E speriamo che chi ha sbagliato paghi”.