A meno di un mese dall’inizio della stagione, stabilimenti e gestori si trovano letteralmente in alto mare.
La stagione balneare è alle porte sul litorale laziale, ma gli stabilimenti balneari faticano ancora a ingranare. Mentre fanno capolino i primi caldi e i turisti si spingono sul lungomare di Ostia, la progettualità turistica è invece a rilento per l’annosa questione della gestione delle spiagge. Il X Municipio di Roma Capitale, che fino a ora era incaricato della salvaguardia delle spiagge di Ostia, da novembre 2023 ha visto passare lo scettro al Campidoglio che, a oggi, naviga in acque alte. A tre settimane dall’avvio della stagione turistica, si trova ad affrontare diverse criticità, in primis l’erosione delle spiagge, con bagnasciuga ristretti, ristoranti e stabilimenti impossibilitati a riaprire.
Ostia a corto di spiagge: l’erosione mangia anche la stagione
Già a partire dalla rotonda sulla Cristoforo Colombo arriva una cartolina balneare molto lontana da quella a cui erano abituati turisti e vacanzieri laziali gli anni precedenti. Per potersi stendere al sole e godere del bagnasciuga il Campidoglio dovrà innanzitutto provvedere a rimuovere detriti, cabine frantumate e tutti i resti portati a riva dalle numerose mareggiate che hanno colpito in questi mesi il litorale. Una situazione su cui si è espressa più volte anche la Federbalneari che, già a dicembre 2023 chiedeva risposte alle amministrazioni locali.
“La ricaduta sul territorio e sulla tenuta economica delle aziende balneari e dell’indotto è inaccettabile”, sosteneva in un comunicato di Massimo Muzzarelli, presidente di Federbalneari Roma, aggiungendo che “Erosione e malagestione amministrativa stanno depauperando Ostia a cominciare dalla mancata politica di difesa della costa che di sviluppo sostenibile“. L’associazione di categoria, già a suo tempo, aveva puntato il dito contro la mancanza di una progettualità turistica, l’assenza di un piano lavori che si riversava soprattutto sul fatto di non avere “conferma se quelli che saranno i lavori cantierati dal porto di Ostia al canale dei Pescatori, se integrali o su procederà con ulteriori stralci funzionali (a cosa?)”.
Proprio in questa zona si sono riscontrati i maggiori danni che, nei mesi più caldi, impatteranno notevolmente sull’economia di Ostia. Durante i mesi invernali sono stati trascinati in mare ristoranti e cabinati degli stabilimenti di levante, ora impossibilitati a riaprire e a sostenere la stagione. Per otto di loro è scattata l’ordinanza di sicurezza della Capitaneria di Porto che non li rende più agibili: tra questi il Kursaal, uno dei simboli di Ostia, ma anche tratti che coincidono con le concessioni Pinetina, Hibiscus, Sporting Beach Gambrinus financo al VLounge. La riva per i bagnanti non possiede un accesso a causa dell’erosione delle spiagge, ciò vuol dire niente surf a 50 metri dal bagnasciuga in quel tratto.
Federbalneari: “Alcune strutture risalgono a prima della Seconda Guerra Mondiale”
A suo tempo Federbalneari chiese lo stato di calamità per i danni conseguiti durante le mareggiate: oggi stima almeno 4 milioni di danni economici per il disastro ambientale, a cui si aggiungono i mancati introiti della stagione che sta per iniziare. “Ricordo ai commentatori opportunisti, che si tratta di strutture presenti su quei litorali in alcuni casi da prima del Secondo conflitto mondiale e nella gran parte da prima degli anni ‘60 che hanno fatto la storia di Ostia”, spiegava Muzzarelli, “Sono tutte regolarmente assentite e, contrariamente a quanto si tenta di far credere, non sono state costruite ‘dentro al mare’ ma in origine ad almeno 100/150 mt di distanza dalla battigia. E ciò permette a tutti di comprendere di quale entità ed estensione siano i fenomeni di cui parliamo”.
Una soluzione di fronte al disastro ambientale, a questo punto, è il ripascimento: si tratta di una pratica con cui viene gettata sabbia sulla costa, già praticata diverse volte a Ostia. La Regione ha inoltre approvato a marzo 2024 un bando da cinque milioni per avviare un cantiere da 200mila metri dubi di rena, da stendere sul litorale romano. Un finanziamento che attende risposte dal Campidoglio, in questo momento impegnato anche su un altro fronte: mancano non solo le spiagge, ma anche i bagnini. È quanto sostiene Monica Picca, capogruppo della Lega in X Municipio. Dal prossimo anno, inoltre, gli stabilimenti andranno a gara e ciò porterà a ulteriori complicazioni sugli atti concessionari. Al momento tutto è fermo, mentre le spiagge del litorale romano sono sempre più divorate dall’erosione balneare e dalle aspettative dei turisti, pronti a tuffarsi.