Sorpresa questa mattina a Ostia, dove un uomo, di chiara origine straniera, a partire dalle prime luci dell’alba di oggi, 8 agosto, ha iniziato a pulire Corso Duca Genova, in pieno centro. A mani nude e scalzo, inginocchiato a terra, l’uomo ha iniziato a raccogliere i rifiuti e le foglie che da giorni stazionavano sulla strada e a ridosso del marciapiede, mettendo il tutto in grossi sacchi neri.
Il suo lavoro è durato alcune ore, al termine del quale la via è apparsa trasformata, completamente pulita come non appariva da tempo. “Non era mai stato così pulito”, commentano alcuni cittadini. “Schiaffo all’ama che è a pochi metri”, dice Silvio, autore delle foto.
Le “due facce” della situazione
La persona che ha pulito strada è conosciuta in zona. Tutti hanno apprezzato il gesto. “Bravissimo, cerchiamo di ricompensarlo in qualche modo”, dicono i residenti. “L’Ama dovrebbe prendere esempio: le strade sono ridotte a pattumiera, non vengono mai pulite. I cassonetti sono stracolmi, la spazzatrice non passa mai, i rifiuti si accumulano, le foglie ostruiscono le caditoie, con rischio allagamenti alle prime piogge. Siamo stanchi della situazione: ci chiedono solo di pagare le tasse, ma i servizi non ci sono”.
Ma, riguardo al ragazzo che ha effettuato la pulizia, la proposta di ricompensarlo è stata accolta con riserva. “Lo conosciamo, purtroppo ha problemi e reagisce in modo violento. Più volte ha aggredito i passanti, soprattutto le donne. Ultimamente sono stati registrati diversi episodi, quindi occorrerebbe trovare un modo per aiutarlo senza farlo innervosire e avere conseguenze negative. Quello che ha fatto oggi – e che in precedenza aveva fatto anche a Roma, all’Eur, è una cosa molto bella, che vorremmo premiare. Ma andrebbe trovato il modo giusto e non è semplice”, sostengono i residenti. Diverse le testimonianze di persone che sarebbero state aggredite. C’è chi propone, intanto, di dotarlo almeno di scopa e una paletta. “Raccogliere l’immondizia con le mani è pericoloso per lui. Diamogli anche una mancia”, suggerisce Umberto.