Dopo 13 anni la ferita è ancora aperta. E a scatenare l’invidia tra fratelli – poi trasformata in una vera e propria rissa – uno scatto di gelosia. E’ successo giovedì 20 luglio 2023 a Ostia. Due ragazzi, al termine di un processo che li ha visti coinvolti, hanno litigato in maniera accesa. Dalle minacce verbali si è passati ai fatti: un ragazzo avrebbe inseguito il fratello ‘armato’ di cacciavite, arrivando anche a colpirlo. La rissa è stata sedata solo grazie all’arrivo dei Carabinieri.
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Ostia, surreale rissa tra fratelli per una donna contesa
Surreale rissa a Ostia. Due fratelli, Marco S. e Stefano S., rispettivamente 33enne e 37enne, sono arrivati alle mani al termine di un processo che li ha visti coinvolti. E il motivo, secondo quanto riportato da ‘Il Messaggero’, sarebbe una donna. “Stavamo al centro della piazza con mio fratello e bevevamo birra al chiosco. Lui si è allontanato a parlare con delle persone e io stavo al telefono per lavoro. All’improvviso – ha raccontato Stefano al giudice – ho sentito delle urla e ho visto Roberto con un cacciavite in mano che andava contro mio fratello. Mi sono messo in mezzo e ne sono uscito pieno di tagli. La lotta è durata 5 minuti. L’aggressore è inciampato, l’arma da taglio è volata, si è fatto male alla faccia sbattendo per terra”.
Il racconto in aula dei due fratelli
Il racconto del fratello è però un po’ diverso. “Sono passati 13 anni, Roberto andò a letto con la mia donna. Lui ancora mi porta rancore, ma io non so neanche il perché – ha spiegato Marco in aula come riporta ‘Il Messaggero’ – Lui comprava le sigarette, mi faceva brutti gesti e mi minacciava da lontano. Io ho iniziato a urlargli di finirla perché non era la prima volta. Si è avvicinato con il cacciavite come un pazzo e io gli ho dato un cazzotto. La bottiglia l’ho rotta per allontanarlo. È durata 5 minuti la rissa, non è stata una cosa veloce. Mio fratello l’ha immobilizzato a terra quando è caduto. Io cercavo la bottiglia per farlo scappare, non mi ero neanche accorto che era caduto. Non gliel’ho data però la bottigliata», ha concluso. Per Marco e Roberto il giudice ha eseguito gli arresti domiciliari, mentre a Stefano, in quanto incensurato, non è stata applicata alcuna misura cautelare.