Un giro di giochi e scommesse illegali da 5 miliardi di euro, con intestazione fittizia di beni, riciclaggio, reimpiego di denaro provento di delitto in attività economiche e autoriciclaggio con l’aggravante di favorire il clan mafioso dei Casalesi: per questo lo scorso 11 gennaio i Carabinieri, neco corso dell’Operazione Nautilus, avevano arrestato 33 persone, tra cui C.F., 36enne informatico di Ardea, tre romani, di 38, 42 e 56 anni, e due uomini residenti a Ostia Lido, rispettivamente di 39 e 43 anni.
Scarcerato informatico di Ardea arrestato a gennaio
Ma ieri il 36enne di Ardea è stato scarcerato a seguito di un’Ordinanza cautelare emessa dal Gip di Salerno su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. L’esperto programmatore informatico residente ad Ardea, al quale erano stati contestati reati associativi finalizzati alla gestione e promozione di piattaforme di giochi e scommesse online con l’ingerenza della criminalità organizzata, si era da subito proclamato totalmente estraneo ai fatti. L’uomo si è visto revocare la custodia cautelare in carcere dal Tribunale del Riesame di Salerno ed è tornato a casa con una misura restrittiva meno grave.
La vicenda prende le mosse da un’indagine molto complessa in Italia e all’estero nell’ambito della quale sono state valorizzate anche alcune dichiarazioni di collaboratori di giustizia, ma il Tribunale del Riesame, con i suoi provvedimenti, ha inferto un colpo durissimo all’inchiesta Nautilus facendola pesantemente vacillare.
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La soddisfazione dell’avvocato difensore
A confermare la scarcerazione l’avvocato Luca Goffredo, difensore dell’informatico, che nel commentare la notizia si è detto soddisfatto del risultato raggiunto, affermando che “Evidentemente il Riesame ha ritenuto fondate le nostre doglianze, ma considero questo solo come il primo risultato; in sede di interrogatorio di garanzia il mio assistito ha risposto a tutte le domande rappresentando con forza la propria estraneità alla vicenda. Per gli elementi che abbiamo a disposizione confido sul completo riconoscimento, già in questa fase, delle ragioni del mio assistito”.