Operazione antiusura a Roma: arrestati all’inizio di gennaio 2024 due usurai che chiedevano soldi a un’avvocatessa.
Nuovo caso di usura a Roma scoperto dagli agenti della Polizia di Stato. La vicenda ha interessato un’avvocatessa romana, operante anche all’interno della produzione cinematografica. La donna, mal consigliata da persone del suo entourage, era finita nella mano di due strozzini romani, che le avrebbe prestato a “strozzo” i soldi per le riprese di un nuovo film.
Operazione antiusura a Roma: la vicenda dell’avvocatessa
La donna con la propria attività stava cercando fondi per girare un nuovo film. Consigliata dal proprio autista personale, avrebbe chiesto un prestito personale a due persone di Roma, un uomo di 35 anni e una donna di 55 anni. Subito dopo aver ricevuto i soldi, la coppia avrebbe ricominciato a chiedere insistentemente soldi all’avvocatessa, aumentando anche i tassi d’interesse sulla restituzione del denaro.
Operazione antiusura a Roma: la richiesta dei soldi alla vittima
Nonostante l’avvocatessa romana fosse riuscita a restituire gran parte del denaro alla coppia, i due soggetti hanno continuato a chiedere soldi con il rialzo costante del tasso d’interesse. Tutto ciò con minacce personali, che avevano costretto la stessa legale a sottoscrivere un assegno bancario per provare a coprire il debito coi soggetti in continuo aumento.
Operazione antiusura a Roma: la trappola agli usurai
Dopo la denuncia avvenuta martedì 2 gennaio 2024, con la donna che ha raccontato tutto agli agenti della Polizia, un blitz è stato organizzato a Ponte Milvio nella giornata di lunedì 8 gennaio. All’interno di un bar della zona la donna ha incontrato i due usurai, registrando la richiesta di soldi, le minacce personali e chiamando in aiuto gli agenti della Polizia per intervenire.
Operazione antiusura a Roma: l’arresto degli usurai
Messe le manette agli usurai romani, gli agenti hanno potuto chiarire la dimensione della loro attività illecita sulla Capitale, fatta di usura ed estorsione. È stato escluso ogni rapporto con i clan albanesi di Roma, che loro utilizzavano per minacciare le vittime.
Nel sopralluogo presso il loro appartamento sono state rinvenute cospicue somme di denaro, probabilmente tutte provenienti dall’attività illecita. Inoltre sono stati sequestrati fogli e quaderni, tutti trascritti con i dettagli e le somme provenienti dall’illecito.