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Operaio morto folgorato nel cantiere ma provano a nascondere l’incidente: 7 arresti

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cadavere darsena fiumicino

E’ morto in Ospedale dopo un’agonia durata mesi. “Ha avuto un malore”, è stata la tesi sostenuta sin dall’inizio per dare un ‘perché’ alla morte di un operaio che stava lavorando in un cantiere in Provincia di Latina. La verità era però un’altra: qualcuno, per nascondere ciò che realmente avveniva in quel posto di lavoro, aveva inscenato tutto. I familiari però, sospettando che qualcosa non tornasse, hanno deciso di denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine. E adesso la verità è venuta fuori, seppur a distanza di quasi un anno: l’uomo non aveva accusato un malore bensì era rimasto coinvolto in un drammatico incidente sul lavoro.

Incidente sul lavoro a Sonnino, operaio muore dopo essere rimasto folgorato nel cantiere

Tutto è iniziato dopo il rinvenimento nella località in Provincia di Latina, Sonnino come detto, di un operaio in stato di “incoscienza e privo di respiro” nelle adiacenze di un cantiere edile. Era lo scorso 23 giugno. Purtroppo, nonostante il trasporto e il ricovero presso la terapia intensiva dell’Ospedale di Latina, l’uomo è deceduto a distanza di alcuni mesi. Il caso era stato ‘archiviato’ come un evento legato a cause naturali, un malore o qualcosa di analogo, ma i familiari non hanno creduto a questa ipotesi e hanno deciso di andare fino in fondo sporgendo in merito ai fatti una denuncia-querela. Da lì, a quel punto, sono partite le indagini. Gli accertamenti, condotti dal personale dello P.e S.A.L. dell’ASL pontina e gli approfondimenti medico legali disposti dal P.M. titolare dell’indagine, hanno messo in luce in effetti evidenze che inducevano a ipotizzare una diversa dinamica dei fatti proprio come sospettato dai parenti dell’uomo, facendo decidere, pertanto, di delegare le relative indagini a personale del N.A.S. Carabinieri di Latina.

La scoperta choc

Le investigazioni svolte dai militari del Nucleo Antisofisticazioni pontino hanno consentito quindi, allo stato, di
confermare le ipotesi investigative della Procura di Latina. Infatti, è emerso che l’evento era da ricondursi a un infortunio sul lavoro verificatosi all’interno del cantiere edile di Sonnino (LT) e non a un malore. L’operaio in realtà era rimasto colpito da una scarica elettrica accidentale ad alta tensione mentre erano in corso lavori relativi ad un getto di calcestruzzo commissionato da una società di autotrasporti, per la realizzazione di un parcheggio. Le indagini hanno consentito però di appurare che il successivo rinvenimento del lavoratore al di fuori del cantiere era da ricondursi a una messa in scena operata nel tentativo di inquinare quanto realmente accaduto.

Inscenano un malore per nascondere l’incidente sul lavoro in Provincia di Latina

Ma perché nascondere l’incidente? Sempre dalle indagini è emerso che tutti gli operai dell’azienda interessata erano stati assunti “in nero” e che non era stata predisposta alcuna misura a tutela dei lavoratori stessi. Gli approfondimenti eseguiti hanno permesso quindi agli investigatori del NAS di Latina di mettere in luce una attività
tesa all’inquinamento delle prove. Tre le persone coinvolte che sono state raggiunte in queste ore dall’ordinanza di custodia in carcere: si tratta del committente, del datore di lavoro e di un altro operaio. Le indagini hanno accertato anche un’illecita condotta nei riguardi del lavoratore, che ne ha determinato, quale conseguenza che alla luce delle indagini esperite appare evitabile, la morte. Sequestrata preventivamente l’area del cantiere edile dove è avvenuto l’incidente, “sussistendo il concreto pericolo di protrarre e/o reiterare il reato”, si legge nelle motivazioni circa il provvedimento. 

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Operazione blackout dei NAS a Sonnino

La complessa e minuziosa indagine è stata ribattezzata “Blackout” ed è stata coordinata dalla Procura della Repubblica pontina. In tutto sono state 7 le misure cautelari spiccate (di cui 3 le custodie in carcere, ovvero quelle sopracitate, e 4 agli arresti domiciliari) nei confronti di altrettante persone. Tutte risultato indagate, a vario titolo ed in concorso fra loro, per i reati di omicidio volontario con dolo eventuale, favoreggiamento personale aggravato continuato, rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. I provvedimenti restrittivi emessi dal Gip del Tribunale di Latina sono stati eseguiti anche con il supporto,
nella fase esecutiva, di militari del Comando Provinciale CC di Latina e con Tecnici della Prevenzione Asl
Latina distaccati presso la Procura della Repubblica di Latina, i Tecnici dell’UOC Prevenzione e sicurezza
negli ambienti di lavoro (P.e S.A.L.) del Dipartimento di Prevenzione Asl di Latina, che hanno collaborato
nell’esecuzione del sequestro preventivo dell’area del cantiere edile.

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