Dopo ‘rimpalli’ di responsabilità, lettere dal carcere per gridare tutta la loro innocenza, il giorno della ‘verità’ è arrivato: domani, lunedì 4 luglio, la Corte d’Assise del Tribunale di Frosinone emetterà la sentenza nei confronti dei quattro ragazzi, accusati di aver ucciso il 21enne Willy Monteiro. Era la notte tra il 5 e il 6 settembre del 2020, un sabato sera come tanti, quando Willy, che aveva da poco finito di lavorare e aveva tentato di fare da ‘paciere’ per difendere un amico, è stato massacrato di botte. Ucciso, calcio dopo calcio, pugno dopo pugno.
Tra una seduta e l’altra, i giudici nelle prime ore del pomeriggio di domani emetteranno il ‘verdetto’ nei confronti dei quattro imputati, i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia (l’unico, quest’ultimo’ ai domiciliari). Tutti sono accusati di omicidio volontario.
Cosa hanno chiesto i pm per i fratelli Bianchi, Pincarelli e Belleggia
“Una aggressione becera messa in atto da quattro individui in danno di un ragazzino. Noi pensiamo che questo sia un omicidio doloso, volontario e non preterintenzionale”. Questo è quello che ha dichiarato Francesco Brando, il pm di Velletri a maggio scorso. “Fatti avvenuti -ha spiegato- in una cinquantina di secondi. Va detto che non si possono ricostruire tutte le fasi dei 50 secondi perché svolti in un contesto di confusione”. Pochi secondi sono bastati per uccidere Willy, con quei ‘colpi tecnici dati per fare male, violentissimi per causare conseguenze gravissimi”.
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Dopo aver ascoltato i testimoni, i pm hanno chiesto l’ergastolo per i fratelli Bianchi, 24 anni di carcere per Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. E domani ci sarà la sentenza, quella tanto attesa.
Intanto, però, Marco e Gabriele dal carcere si dicono innocenti, certi che la giustizia farà il suo corso. Certi che non passeranno altro tempo dietro quelle sbarre perché convinti che la verità sia un’altra. Ma di ‘parere’ diverso sono i pm, che hanno evidenziato come i Bianchi abbiano “preso semplicemente spunto dalla situazione per dare sfogo al loro impulso violento”. Quello che è certo è che domani si deciderà il loro ‘destino’.
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