Prosciolto uno degli assassini legati all’omocidio di Willy: sul ragazzo pendeva l’accusa di aggressione a un uomo di Velletri.
MB e un suo amico sono stati prosciolti dall’accusa di lesioni gravi nel processo per il pestaggio di un cittadino di nazionalità rumena a Velletri, poiché la vittima non ha presentato querela. Tuttavia, MB è attualmente in carcere per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro.
L’aggressione prima dell’omicidio di Willy
La riforma Cartabia, entrata in vigore nel 2022, ha introdotto questa nuova dinamica giuridica, secondo la quale, in assenza di querela da parte della vittima, il processo non può procedere. La vittima delle violenze, nonostante le gravi lesioni riportate, ha scelto di non formalizzare l’atto di querela, portando così al proscioglimento degli imputati. Questo episodio giuridico si è verificato nel contesto delle indagini relative al pestaggio avvenuto a Velletri, precedente all’omicidio di Willy Monteiro Duarte.
L’assassino prosciolto da un’aggressione a Velletri, avvenuta prima dell’uccisione di Willy
Attualmente, MB si trova in carcere con l’accusa di aver ucciso Willy Monteiro Duarte nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020. Willy aveva tentato di soccorrere un amico in difficoltà fuori da un pub a Colleferro, ma è stato brutalmente attaccato e ucciso dai picchiatori, identificati come M e GB, MP e FB secondo le testimonianze. I “gemelli” di Artena sono stati condannati in primo grado all’ergastolo, una pena successivamente ridotta in appello a ventiquattro anni di reclusione. P e B hanno ricevuto condanne rispettivamente a ventuno e ventitré anni di carcere. La sentenza definitiva spetta ora alla Cassazione.
Le sorti giudiziarie dell’omicidio di Willy
Il proscioglimento nel caso delle lesioni a Velletri solleva interrogativi sulla giustizia e sulla necessità di rivedere alcune dinamiche giuridiche per garantire una maggiore tutela delle vittime di violenza, anche in assenza di querela formale. Nel frattempo, la famiglia di Willy Monteiro Duarte attende giustizia per la tragica perdita del loro caro, con la speranza che la Cassazione emetta una sentenza equa nel caso dell’omicidio.