Il Riesame pubblica le motivazioni attorno all’arresto dei due killer che freddarono, con un colpo alla testa, il giovane Thomas Bricca. Per padre e figlio, gravemente indiziati di omicidio in questa faccenda, i magistrati hanno spiegato la scelta di tenerli ancora in custodia cautelare, di pari passo al periodo d’indagine sulla morte del ragazzo. All’interno del documento, gli inquirenti hanno confermato anche il capo accusatorio per i due uomini.
Omicidio Thomas Bricca, il Riesame spiega le motivazioni del fermo in carcere dei due presunti assassini
Tutto parte all’inizio di agosto, quando il legale che assiste i due presunti sicari decide di chiedere la scarcerazione per i propri assistiti. Una richiesta rigettata dai giudici del Riesame, soprattutto perché notano la “grande pericolosità” dei soggetti in questioni. Una tesi, però, che andava motivata anche sotto il profilo legale: gli stessi inquirenti, ieri sera, hanno fatto uscire una documentazione in questo senso.
Le motivazioni del Riesame attorno all’arresto di padre e figlio
Andando a leggere il documento stillato dal Riesame sul caso di Thomas Bricca, ci sono ben 59 pagine di dossier che spiega – dettagliatamente – le motivazioni attorno alla necessità della custodia cautelare attorno ai due soggetti. Pur se accusati dell’omicidio di via Liberio, a entrambi gli uomini viene contestata la “grande pericolosità” a livello sociale, che potrebbe portarli – probabilmente – a compiere azione analoghe a questa vicenda (semmai fossero davvero responsabili).
L’impianto accusatorio regge sul tempo
I magistrati hanno costruito il proprio capo di accusa sulla temporalità, considerato come questa indagine su Thomas Bricca non ha portato a “prove schiaccianti” sul conto dei due soggetti. Un buco temporale che si presenta in due fasi: l’effettivo momento della sparatoria da parte dei due sicari e il cellulare spento del figlio, oltre poi al casco dello stesso ragazzo (prima rinvenuto nella sua auto e poi, a un successivo controllo, sparito dall’abitacolo).