La morte di Serena Mollicone “non è stata immediata, la sua agonia è durata da una a dieci ore e quindi poteva essere salvata”. È quanto afferma la consulente della Procura, Cristina Cattaneo dell’Università di medicina legale di Milano, sentita nell’ambito del processo di appello in corso davanti ai giudici della corte d’Assise d’Appello di Roma per l’omicidio della ragazza di Arce, centro in provincia di Frosinone, morta nel giugno del 2001. E’ quanto ha riportato l’agenzia di stampa Ansa.
Processo Mollicone, 44 testimoni da ascoltare per arrivare alla verità
Tutti assolti in primo grado gli accusati dell’omicidio di Serena Mollicone
Imputati, tutti assolti in primo grado per accuse che vanno, a seconda delle posizioni, dall’omicidio al favoreggiamento sono F. M., ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, il figlio M. e la moglie A. M. E ancora: i carabinieri F. S. e V. Q., quest’ultimo per l’istigazione al suicidio di Santino Tuzi, morto suicida.
Secondo la consulente Serena Mollicone è deceduta “tra le 13.30 e le 20 del primo giugno di 22 anni fa. Ha avuto un trauma cranico senza sanguinamento – ha aggiunto Cattaneo-. Un colpo moderato al cranio ed è morta lentamente per asfissia”. La consulente ha aggiunto che il cranio della giovane è “compatibile con il buco trovato nella nella porta della foresteria della caserma dei carabinieri di Arce. La testa ha impattato con l’arcata zigomatica”.
Serena aveva un edema cerebrale ma senza sanguinamento
Serena Mollicone, ha detto la consulente in aula, “aveva un edema celebrale, ma senza sanguinamento. Non è la tipica emorragia, quindi forse si è trattata di una morte lenta”, ha aggiunto. “La ragazza non è morta sul colpo e su questo siamo tutti d’accordo. Probabilmente si arriva all’evento del decesso, perché le vengono chiuse le vie aeree”, ha concluso. I 5 imputati oggi a processo nella Capitale sono stati assolti nel luglio del 2022 dal tribunale di Cassino.