“Da tecnico e non da investigatore e sulla base degli elementi isolati sul nastro adesivo, escludo che la ragazza sia stata uccisa sul posto dove è stato trovato il cadavere”. È quanto hanno affermato, nel corso del processo di appello, i carabinieri in servizio al Ris di Roma all’epoca dei fatti in riferimento all’omicidio di Serena Mollicone avvenuto ad Arce nel 2001. Lo ha riportato l’agenzia di stampa Ansa.
Omicidio Serena Mollicone, il perito: “Si sarebbe potuta salvare, morte lenta e dolorosa”
Omicidio Serena Mollicone, le parole dei carabinieri
“Serena Mollicone ha urtato la porta della caserma e a supporto di questa teoria c’è il fatto che sia sul nastro sia sul capo della vittima c’erano sia elementi da vernice da caldaia sia una traccia della stessa porta della caserma”. E’ quanto hanno affermato i luogotenenti dei carabinieri Vittorio Della Guardia, Ferdinando Scatamacchia e Rosario Casamassima, all’epoca dei fatti in servizio al Ris di Roma, sentiti come testimoni nel processo di appello per l’omicidio della 18 enne di Arce, centro in provincia di Frosinone, trovata priva di vita nel 2001.
Gli imputati, tutti assolti in primo grado per accuse che vanno, a seconda delle posizioni, dall’omicidio al favoreggiamento sono F. M., ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, il figlio M. e la moglie A. M. E ancora: i carabinieri F. S. e V. Q., quest’ultimo per l’istigazione al suicidio di Santino Tuzi, morto suicida.
Le parole di Rosario Casamassima
“Non posso avanzare ulteriori valutazioni – ha detto Casamassima – ma le leggi della fisica confermano quello che sto riferendo. Non ci sono dubbi. I frammenti di legno, colla e resina sono stati trovati sia sul nastro che nei capelli”.
Nel corso dell’audizione i testimoni hanno affermato, inoltre, che “un campione preso dallo sportello della caldaia, prelevato da noi sul balcone di un alloggio della caserma, aveva la stessa composizione del frammento sul nastro adesivo con cui era avvolto il capo di Serena Mollicone. Il campione presentava anche le stesse tracce rosse di ruggine”, hanno aggiunto davanti ai giudici della Corte d’Assise d’Appello di Roma.