L’avrebbe strangolata e le avrebbe sbattuto la testa contro un ferro, spaccandole il cranio: il corpo di Marina Santoro, la donna trovata morta nella sua abitazione di via Giacomo della Marca, a Dragoncello, riporta infatti segni di soffocamento e ferite alla testa.
Ma, da quanto emerge dalle indagini, la donna era d’accordo. Si doveva trattare infatti di un omicidio-suicidio, almeno da quanto emerge dalla lettera trovata all’interno dell’appartamento. Un biglietto scritto a mano dal compagno di Marina, il 65enne Attilio Di Rocco, in cui c’era scritto “Non ce la facciamo più ad andare avanti così”. Una frase ambigua, che lascia pensare che i due possano aver deciso di farla finita, nonostante tutti li descrivessero come innamorati e felici, senza particolari problemi economici, anche se c’è chi parla di alcune difficoltà sorte negli ultimi mesi.
Marina, 59 anni, è stata trovata riversa sul letto. La casa era satura di gas. Probabilmente qualcosa nel piano della coppia è andato storto e Attilio non è riuscito nel suo intento di suicidarsi.
Dopo aver ucciso la compagna ha preso l’auto di lei e si è diretto verso Ostia Antica, nei pressi del Tevere. Lì i cani molecolari hanno ritrovato la vettura, con all’interno un tubo. Anche la macchina era piena di gas.
Il sospetto è che Attilio si sia gettato nel fiume, ma ad oggi di lui non c’è traccia. Alcuni testimoni avrebbero riferito agli inquirenti di aver visto una persona buttarsi nel Tevere.
Non si sa quando sia stato compiuto esattamente l’omicidio: il corpo della donna è stato trovato nel pomeriggio di venerdì 30 agosto, già in evidente stato di decomposizione, segno che Marina era morta da almeno due giorni. Quindi l’uomo è presumibilmente scomparso da mercoledì scorso, il 28 agosto.
Le ricerche continuano, per cercare di venire a capo di questa ennesima tragedia familiare.