Desirèe Mariottini, punto e a capo. Ci sarà un appello bis nell’inchiesta legata alla morte della 16enne: cadono le accuse.
Si ricomincia da capo. Cadono le accuse per i quattro imputati in seguito alla morte di Desirèe Mariottini, la 16enne morta il 19 ottobre scorso a causa di un mix di sostanze stupefacenti. Successivamente anche un abuso di natura carnale all’interno di un immobile abbandonato presso il quartiere San Lorenzo, precisamente in via dei Lucani.
Desirèe Mariottini, appello bis: cosa cambia in sede legale
I giudici hanno disposto un appello bis. A beneficiarne, Mamadou Gara, già condannato all’ergastolo in merito all’accusa di omicidio. Discorso diverso per Brian Minthe condannato a 24 anni e mezzo dopo i primi due gradi di giudizio. Un destino analogo per Alinno Chima condannato in appello a 27 anni. Assolto invece dalle accuse di violenza sessuale Yussef Salia che era stato condannato in secondo grado all’ergastolo. Confermata la responsabilità delle altre accuse. “Quello che ha sconvolto la madre e i familiari è la non conferma dell’accusa di violenza sessuale per uno degli impuntati anche se resta la condanna all’ergastolo. È una sentenza che farà discutere anche se l’accusa di omicidio ha retto per tre imputati”, il parere del legale di famiglia.
Una storia che sembra essere tutt’altro che risolta e gli ostacoli continuano a mettere a repentaglio una vicenda dai molteplici sospesi. L’appello bis potrà aprire ulteriori scenari oppure chiudere definitivamente il sipario su un’efferatezza ancora senza risoluzione definitiva. Una fine tragica, quella della giovane, che sembra non aver maturato ancora un epilogo in grado di portare un barlume di chiarezza. Impossibile ricercare la serenità.