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Omicidio del giudice Scopelliti, a 32 anni dall’esecuzione non ci sono colpevoli. La figlia: ‘E’ finita la pazienza’

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Il giudice Antonino Scopelliti

Un buco nell’acqua le indagini legate all’omicidio del giudice Antonino Scopelliti. La giustizia italiana, nonostante siano passati 32 anni dalla morte del togato, non è riuscita a risalire ai mandanti dell’esecuzione. Per il Tribunale, infatti, non ci sono abbastanza prove per inchiodare dei colpevoli all’interno della vicenda che scosse mezza Italia. Alla notizia, arriva lo sdegno della figlia del noto giudice. 

Nessun colpevole per l’omicidio del giudice Antonino Scopelliti

Nonostante siano passati più di tre decenni, sulla morte del togato c’è ancora pieno mistero. Di quelli all’italiana, dove forse su un caso così spinoso non si sono toccate le verità più scottanti. Resta, in tutto ciò, lo sdegno della figlia Rosanna, che ormai è esausta di assistere a indagini che non portano risultati. Come ammette a chiare lettere su Il fatto quotidiano, “la pazienza della famiglia Scopelliti è finita”. 

“Voglio la verità sulla morte di mio padre”

Nessuna protesta plateale contro la magistratura italiana, forse anche in rispetto alla figura che rappresentò il proprio padre Antonino Scopelliti. Resta però un desiderio per Rosanna: “capire le esatte circostanze, e i responsabili, dietro l’uccisione del proprio genitore”. Era il 9 agosto del 1991 quando, in circostanza mai chiarite, il togato italiano venne brutalmente ucciso. 

Dall'archivio della Camera dei Deputati: Antonino Scopelliti
Dall’archivio della Camera dei Deputati: Antonino Scopelliti

“Pronta a tapparmi la bocca per protesta”

Intervistata dall’Agi, la donna parla chiaramente al giornalista Paolo Borrometi. Rosanna si “tappa la bocca”, poiché tutto ciò che c’era da dire, in una maniera o nell’altra è stato pronunciato. Dopo 32 anni di nessun sviluppo su questo brutale crimine, la famiglia Scopelliti ha perso la speranza di vedere qualche evoluzione che ricostruisca la verità attorno alla morte del noto giudice. È finita la pazienza di attendere indagini eterne, così come non c’è più fiducia verso un sistema investigativo che, nonostante i tanti anni d’indagine, nei fatti non ha tirato fuori assolutamente nulla attorno alla morte del giudice. 

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