Omicidio Centocelle. Per il momento sono tre i soggetti finiti del registro degli indagati, e ritenuti appartenere alla rete di collaboratori e fiancheggiatori di Mohamed Abidi, l’ex calciatore tunisino, 30enne, arrestato in Francia per l’omicidio del caporal maggiore Danilo Salvatore Lucente Pipitone. Il caporale fu assassinato al culmine di una violenta lite verificatasi in via dei Sesami, a Centocelle, la notte tra il 10 e l’11 febbraio.
Omicidio a Roma, 50enne accoltellato a Valle Aurelia: arrestato 43enne, indagato il figlio 16enne
La copertura per la fuga all’estero: gli indagati
Dopo il delitto e l’uccisione, il 30enne si era dato alla fuga. Poi, trascorse ben due settimane di irreperibilità, nella giornata del 24 febbraio scorso, lo avevano intercettato al confine tra Francia e Spagna, bloccato dalla Polizia. Per il momento, si attende che faccia ritorno in Italia. Durante questa attesa, però, nel frattempo, la lente degli investigatori della della Squadra mobile e del pm si è concentrata su altri due soggetti, anch’essi di origine tunisina. Si tratta di G. B., 29 anni, e M. T., 33 anni, entrambi scovati nella struttura di un ex hotel occupato in via Prenestina 944, luogo dove Abidi avrebbe trascorso la prima parte della sua latitanza in attesa di fuggire all’estero, come ritengono gli inquirenti che lavorano al caso. Tra i due, in particolare, il soggetto di 29 anni, è ritenuto essere dagli inquirenti un testimone oculare del pestaggio avvenuto ai danni del caporale, 44 anni. Stando alle prime ricostruzioni, dunque, come riportato anche dal Messaggero, i due insieme a una donna di 37 anni, sono accusati di avere agito per procurare ad Abidi un passaporto per raggiungere la Tunisia e fare perdere definitivamente le sue tracce, con tanto di copertura assicurata durante la sua latitanza.
Il materiale rinvenuto durante le perquisizioni
Del resto, durante le perquisizioni avvenute, gli agenti sul posto hanno rinvenuto e sequestrato diversi telefoni cellulari e schede sim, oltre a una decina di foto tessera di Abidi, e infine anche ue carte d’identità in bianco che, a seguito di accertamenti, sono risultate facenti parte di uno stock di documenti in bianco rubati presso l’Ufficio Anagrafe di largo Nicolò Cannella, nel IX Municipio, il cui furto venne denunciato anni prima, precisamente il 19 febbraio del 2014.
Indagata anche una donna
In aggiunta, M.T., il 33enne, regolare nel Paese con un lavoro regolare di facchinaggio e raccolta rifiuti, sarebbe stato scovato in possesso di una ricevuta di trasmissione di denaro destinato in Francia. Si tratta di un ”pacchetto” di materiale che, sebbene sia ancora in corso di accertamenti e di approfondimenti, pare indichi chiaramente un favoreggiamento nei confronti dell’ex calciatore, volto alla sua fuga. Inoltre, come anticipato, nella stessa rete ci sarebbe anche una donna, anche lei convocata in Questura, ma che per il momento respinge ogni accusa.
Omicidio a Roma: 50enne accoltellato a morte, caccia al killer