Un nuovo verdetto è stato emesso nel caso dell’omicidio legato al musicista Alberto Bonanni, avvenuto nel giugno 2011 all’interno del Rione Monti di Roma. La Corte d’Assise di appello ha ribadito la colpevolezza di B.G.B., C.D.A., C.P. e M.D.P., confermando le condanne già stabilite in primo grado a tutto il branco che uccise, dopo una violenta aggressione, il chitarrista. B., D.A. e P. dovranno scontare 14 anni di carcere, mentre D.P., il pittore coinvolto nell’aggressione, vedrà la sua pena ridotta a 11 anni e 4 mesi.
Omicidio di Alberto Bonanni: confermate le condanne a tutti i componenti del branco
Il brutale pestaggio del chitarrista Bonanni nel 2011 aveva già portato a una condanna per tentato omicidio degli imputati, peraltro una sentenza che era stata confermata anche in Cassazione. Tuttavia, la morte di Bonanni nel dicembre 2014 ha generato un nuovo processo, questa volta per omicidio. L’aggressione ebbe luogo il 26 giugno 2011 nel Rione Monti, quando i quattro imputati accusarono Bonanni di disturbare la quiete pubblica e lo attaccarono violentemente. Nonostante i tentativi di Bonanni di riprendersi, dopo tre anni di coma dalla brutalità subita, il musicista morì in ospedale.
Alberto Bonanni morì per le conseguenze dell’aggressione
L’autopsia condotta presso il Policlinico Umberto I, ha confermato che la causa della morte di Bonanni era legata al pestaggio subito e non al tumore cerebrale di cui era affetto. Questo elemento ha costituito la base per la condanna in primo grado, una decisione ora confermata anche in appello dodici anni dopo i tragici eventi. Il verdetto della corte d’Assise di Appello rappresenta un passo ulteriore nella ricerca di giustizia per Alberto Bonanni e la sua famiglia, portando a una condanna definitiva per i responsabili dell’aggressione fatale.