Ha tutti i contorni di una esecuzione l’omicidio di Mihai Stefan Roman, Michele per gli amici, il muratore rumeno che mercoledì 8 marzo è stato freddato a Casal de’ Pazzi, con due colpi alla schiena mentre tornava a casa con le pastarelle in mano, probabilmente, per la festa della donna.
L’operaio era vittima di minacce da parte di un albanese
Una tragedia sulla quale indagano i carabinieri di via Selci che hanno ascoltato i familiari e i vicini di Michele. E l’unica particolarità è emersa dal racconto della moglie che ha spiegato che da tempo il marito viveva nella paura, minacciato da un albanese. Quest’ultimo usava violenza contro la sua consorte che si era confidata con la moglie di Michele, la quale si era adoperata per liberarla da quello stato di soggezione e botte. Da quel momento erano iniziate le minacce, la paura, lo stato di prostrazione per l’operaio che aveva il terrore che l’albanese potesse fargli qualcosa.
Michele era un operaio descritto come ‘un grande lavoratore’
Ma le piste aperte, al momento, sono tante. Non si esclude niente. Anche se non risulta che quell’operaio di origine romena, ben integrato nel tessuto sociale, fosse coinvolto in giri di droga. I familiari hanno parlato di un lavoratore che andava via all’alba e tornava la sera, al termine di una dura giornata di lavoro. Uniche libertà che si concedeva erano una birra con gli amici al termine della giornata di lavoro e la pesca insieme ai suoi due figli, due gemellini, che ancora aspettano che il papà torni a casa. Non sanno ancora che non tornerà più.
La dinamica dell’omicidio fa pensare a una guerra tra bande
La dinamica dell’omicidio, però fa pensare a una esecuzione come quelle che si sono registrate nelle guerre tra bande. Perché due uomini in sella a una moto hanno raggiunto Michele e hanno esploso due colpi mortali e un terzo che ha sfiorato un suo amico che si trovava poco distante da lui. Gli investigatori aspettano ora l’esito delle indagini balistiche, mentre hanno acquisito le immagini delle telecamere presenti in zona, nella speranza di dare presto un nome, e risalire anche al movente dell’omicidio di Michele.
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