Questa mattina si è tenuta, a palazzo Chigi, la riunione del presidente del Consiglio Mario Draghi assieme con ministri ed esperti per stilare il nuovo decreto. Il nuovo Dpcm sarà firmato e divulgato oggi, tuttavia Draghi non terrà nessuna conferenza stampa in merito.
Nella cabina di regia è emersa molta preoccupazione per l’alta contagiosità delle varianti, soprattutto per la diffusione che si sta sviluppando nelle scuole. Come sappiamo, anche solo pensando alla Capitale, sono tanti gli istituti scolastici chiusi per ‘variante Covid’: forse un po’ troppi in troppo poco tempo.
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Quale potrebbe dunque essere la soluzione pensata dal nuovo Governo Draghi? Una chiusura, sì ma con obblighi “diversi” rispetto ai precedenti divieti. Parliamo così di obbligo alla DAD solo se la Regione si trova in zona rossa.
Per quanto riguarda le zone arancioni e gialle la facoltà sarà imputata alle Regioni. Ma su che base?
E’ necessario infatti un criterio nazionale che permetta una decisione univoca: un istituto scolastico potrà chiudere se, a livello locale, si raggiungeranno 250 casi ogni 100mila abitanti. Questa soluzione applica (in sostanza) le indicazioni del Cts sulle scuole che ha già portato alla chiusura delle elementari e delle medie nelle zone rosse e/o a rischio di alto contagio.