Non sembra essere un episodio isolato quello della lite scoppiata a Pomezia la scorsa notte a Piazza San Benedetto da Norcia. Anzi, tutto il contrario. Stando alle segnalazioni pervenute alla nostra redazione di cittadini stanchi ed esasperati, a Pomezia le notti sono sempre più ‘brave’, tra ragazzi (e non solo) che disturbano. Tra grida, urla, fuochi d’artificio e feste di compleanno organizzate dai genitori di bambini, che come ‘location’ sempre più spesso decidono di scegliere i giardinetti che si trovano di fronte il Liceo Pascal, nella zona 167.
Notti brave a Pomezia: urla, grida e gare automobilistiche
E se a Piazza San Benedetto da Norcia la scorsa notte due ragazzi avrebbero litigato per questioni sentimentali, al punto che uno dei ‘contendenti’ ha poi distrutto il finestrino dell’auto del ‘rivale’, nella zona 167 – come ci racconta una residente – oltre alle feste di compleanno improvvisate, sempre più frequentemente si organizzano vere e proprie gare automobilistiche. Motore acceso, marcia ingranata e macchine che sfrecciano a tutta velocità. Sempre nel cuore della notte. Senza tener conto, poi, di ragazzini che trovano divertente tirare calci ai cassonetti della spazzatura o ai distributori di energia per caricare le vetture.
Una situazione, ormai, insostenibile, che sembra essere quasi fuori controllo. Una situazione che i residenti non riescono più a tollerare. “Io, come tanti altri cittadini della zona, devo svegliarmi alle 4 di mattina per andare a lavorare. Non ce la facciamo più, abbiamo segnalato tante volte, ma per ora non c’è nessun risultato” – ci spiegano. “Non mi sembra normale e rispettoso che ci siano strilli e urla fino all’una di notte e che nessuno faccia niente per risolvere. Spero che questo fenomeno disturbante cessi con l’inizio della scuola. Purtroppo, però, i ragazzi che fanno gare e schiamazzi notturni rimarranno anche durante tutto l’anno perché sembra che abbiano trovato il luogo di ritrovo per loro svago”.
Ragazzi e adulti che si incontrano nei giardinetti, che fanno baldoria, incuranti dell’ora e dei fastidi che provocano. Ragazzi che dovrebbero essere educati al buon senso e che, invece, come esempio hanno quei ‘grandi’ che non conoscono cosa significhi la parola rispetto. Rispetto per chi deve lavorare e per chi vorrebbe riposare. Perché se c’è un tempo per il gioco e per il divertimento (si spera sano), ce n’è anche un altro per il silenzio. Con la speranza, che si augurano tutti i residenti, di trovare presto una ‘soluzione’ per mettere la parola fine a questi fatti, purtroppo a quanto ci dicono sempre più frequenti.