Nettuno senza pace. Non sono bastati gli arresti di un anno fa, quando a febbraio del 2022 i carabinieri arrestarono tra Anzio e Nettuno, 65 persone, indiziate, a vario titolo, di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti aggravata dal metodo mafioso, estorsione aggravata e detenzione illegale di arma da fuoco. E non è bastato lo scioglimento per infiltrazioni mafiose arrivato a novembre.
Adesso arriva anche un altro terremoto, sotto forma di avvisi di garanzia. Destinatari 4 persone, tra cui un ex assessore al bilancio e un dirigente del Comune di Nettuno, oltre a un imprenditore di Latina e una persona che lavora per lui. I quattro sono indagati a causa un bando del 2020. Si parla di spiagge sicure, quell’anno la Regione stanziò dei fondi per il materiale informatico, per i servizi di gestione telematica delle prenotazioni e per l’assistenza agli accessi alle spiagge, proprio per garantire la sicurezza in quello che era il primo anno della pandemia.
Ipotesi turbativa d’asta
In riferimento a quell’appalto, vinto da una società di Latina, la Guardia di Finanza ha avviato delle indagini, che questa mattina hanno portato a indagare le quattro persone con l’ipotesi di turbativa d’asta. All’epoca i militari andarono a fondo a seguito della polemica scaturita dall’impossibilità, per molti, di effettuare le prenotazioni o di recarsi in spiaggia senza rischiare che ci fossero assembramenti.
Si scoprì che il bando ebbe una durata di sole 24 ore, un lasso di tempo molto breve, che avrebbe limitato la partecipazione di altre società. Il primo bando, andato deserto, è stato seguito da un secondo, della stessa durata, sempre 24 ore. E su questo, assegnato alla ditta di Latina, che si concentrano i sospetti del sostituto procuratore della Repubblica di Velletri, Francesco Brando.
Perquisizioni e sequestri
Per acquisire prove, questa mattina gli agenti della Guardia di Finanza hanno effettuato delle perquisizioni sia nelle abitazioni che negli uffici delle persone indagate. Sono stati inoltre stati posti sotto sequestro alcuni cellulari, per verificare se ci sono messaggi che possano supportare la tesi degli inquirenti.
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