Stanca, una mamma si addormenta dopo un parto durato 17 ore e soffoca il suo bambino che era accanto a lei. La donna era sul letto con il neonato, che sarebbe dovuto essere rimesso in culla dopo l’allattamento, ma le cose purtroppo non sono andate così. Ora una mamma, rea solo di essere stremata da un lungo travaglio iniziato in piena notte e da un parto, ha perso il suo neonato a soli 3 giorni di vita.
La mamma, stremata dal parto, soffoca il proprio neonato
Ma dal web si è alzata una voce grande e sempre più rumorosa che mostra come quella donna non sia sola. Quella mamma è tante altre mamme. Tante, infatti, sono le donne che stanno raccontando e ricordando sui social il momento dopo il parto, la violenza, sottile, subita nei reparti che ha fatto sentire molte di loro inadeguate, inappropriate, incapaci di fare la “cosa più naturale del mondo”. Centinaia di donne denunciano quella credenza secondo la quale dal momento che si è mamme si deve – come se fosse un dovere, qualcosa di immediato e automatico – avere la forza di badare al proprio bambino.
Sulla pagina Instagram Mamma di Merda, community social nata nel 2016 da Francesca Fiore e Sarah Malnerich, attiviste e scrittrici dedite a smontare la retorica della mamma perfetta, tantissime donne stanno raccontando la loro esperienza di parto, ma soprattutto del dopo parto. Sulla pagina Instagram Mamma di Merda, community social nata nel 2016 da Francesca Fiore e Sarah Malnerich, attiviste e scrittrici dedite a smontare la retorica della mamma perfetta, tantissime donne stanno raccontando la loro esperienza di parto, ma soprattutto del dopo parto.
La solidarietà delle altre donne verso la mamma
Mettere al mondo un figlio non è certo una passeggiata e chi ha avuto questo privilegio lo sa bene. Sa anche bene che partorire richiede uno sforzo fisico notevole, che comporta una grande stanchezza. E non è da meno chi subisce un’operazione a tutti gli effetti. Che sia naturale o chirurgico, di fatto, un parto richiede un grande impegno fisico che comporta una grande stanchezza, motivo per cui la paziente dovrebbe essere accolta, compresa, curata e lasciata riposare, come ogni altro paziente. Quella mamma 30enne dell’ospedale Sandro Pertini di Roma, è tante altre mamme, come mostra il web che si è stretto intorno al dolore di quella donna e di tutta la sua famiglia. Moltissime potevano essere lei, moltissime hanno rischiato la stessa tragedia lamentando che qualcosa sarebbe dovuto cambiare.