In queste ore è venuto a mancare il musicista Tony Bennet. Considerato l’ultimo crooner americano dopo la scomparsa di morte di Dean Martin, Frank Sinatra e Perry Como, il cantante statunitense si è spento a 96 anni. Da anni, infatti, l’artista combatteva con l’Alzheimer, che lo aveva progressivamente indebolito e gradualmente portato al decesso a distanza di anni.
La morte del cantante 96enne Tony Bennet
Era considerato come il cantante pop prestato al mondo del jazz americano, conquistando con la sua voce milioni di fan in tutto il mondo. Era nato nel 1926 a New York da una famiglia di origine italiana, tanto che all’anagrafe è scritto come Anthony Dominick Benedetto. È stato il cantante di vertice nel periodo musicale dei nostri nonni, cantando brani leggendari come I Left My Heart in San Francisco.
Tony Bennet e il mondo del jazz
Nonostante abbia cantante per un periodo molto limitato all’interno di questa corrente musicale, la storia di Tony Bennet è legata inesorabilmente alla storia del jazz. Non è stato solamente la voce di tanti gruppi che mettendo live questo genere di musica, ma nella sua carriera si è anche confrontato con importanti jazzman di fama internazionale. Tra le collaborazioni più importanti, ricordiamo Count Basie sul finire degli anni Cinquanta e Duke Ellington, con cui ha anche partecipato a diverse tournée in Europa.
Ma anche la collaborazione con importanti musicisti del mondo jazz, come si possono ricordare i nomi di Bobby Hackett, Ruby Braff, Zoot Sims e Al Cohn, oltre poi a esibizioni insieme alla leggendaria band di Woody Herman. Nuovamente tornò a esibirsi nel mondo jazz alla metà degli Anni Settanta, quando registrò con la casa discografica Fantasy diverse musiche insieme alla band di Bill Evans. Verso la fine della carriera, poi, il ritorno alla musica leggera, tornando a interpretare i suoi più grandi brani.