Stava lavorando quando, improvvisamente, il 27 aprile scorso è precipitato nel vano dell’ascensore, quella che stava riparando all’interno del Ministero degli Esteri, nel corpo centrale dell’edificio di piazzale della Farnesina. È morto così Fabio Palotti, l’operaio di 39 anni che viveva nella Capitale, in zona Torre Maura, e che ha lasciato due bimbi piccoli.
L’ennesimo incidente sul lavoro, sulla cui dinamica sono ancora in corso accertamenti perché tutto sembra avvolto nel ‘mistero’: dal ritrovamento del corpo alle 8 di mattina del 28 aprile a quell’ultimo messaggio inviato, il giorno prima, agli amici di calcetto alle 18.30. Poi il buio: Fabio è morto nel pomeriggio? E come?
Come aiutare la famiglia di Fabio Palotti
Ma mentre le indagini proseguono, il personale del Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale ha avviato una raccolta fondi su GoFundMe per aiutare la famiglia dell’ascensorista e devolvere ai suoi cari, ai suoi due bimbi, i soldi raccolti finora, circa 9.600 euro.
La raccolta, lanciata da Alfredo Di Lorenzo, ha avuto più di ottanta donazioni ed è raggiungibile al link https://gf.me/v/c/4srp/in-ricordo-di-fabio-palotti
Chi era l’ascensorista morto
Fabio Palotti era padre di due bambini: ha lasciato una figlia di 12 anni e un bimbo di appena due anni. Una tragedia che difficilmente si dimenticherà, una morte sul lavoro ancora non chiara: tra le ipotesi quella che l’ascensorista sia morto per recuperare il telefono, ma questa pista non è ancora confermata. Tra i dubbi, i se e i ma resta la certezza che il 39enne sia morto sul lavoro, schiacciato da quell’ascensore che stava riparando.