Morta, dopo una vita di lavoro sul palcoscenico, da sola, con una pensione di 400 euro al mese. Senza i soldi per poter essere cremata come avrebbe desiderato. Elettra Romani aveva 95 anni viveva con 400€ dì pensione e non aveva più parenti. Ha lasciato un testamento in cui indica la volontà dì farsi cremare.
I suoi amici adesso stanno organizzando una raccolta fondi per sostenere le spese per il servizio funebre, che altrimenti non potrebbe essere svolto secondo le sue volontà. L’attrice e ballerina dì avanspettacolo è morta il 21 giugno. “Stiamo raccogliendo fondi per far rispettare la sua volontà”, dicono gli organizzatori. Il servizio funebre completo costa 2700€. Se avete un ricordo dì Elettra, dello spettacolo sulla sua vita, della sua lunga carriera, o se semplicemente avete voglia dì aiutarci, fatelo in questa raccolta fondi”.
Per poter partecipare, è stata quindi aperta una raccolta su GoFundMe, dove la somma richiesta è quasi stata raggiunta.
Elettra Romani, chi era
Nata a Paliano il 25 marzo del 1927, aveva iniziato la sua carriera nel 1949 inizia come ballerina di avanspettacolo. Diventa poi soubrette, ma infine si dedica alla recitazione e diventa attrice, inizialmente drammatica e in seguito anche brillante. Numerosi i premi vinti nella sua carriera. Tra questi ricordiamo il “Premio mascotte per l’avanspettacolo”, vinto a Boario Terme nel 1956 come miglior attrice. Stesso premio le viene consegnato l’anno seguente a Salsomaggiore Terme.
La vita personale e professionale
Riguardo la sua vita sentimentale, Elettra ha avuto un grande amore, Alfonso Tomas. Con lui divide non solo la vita privata, ma anche il lavoro. A partire dal 1959 sono una coppia sia nel privato che nell’arte. Fanno tournée di avanspettacolo insieme e nel 1980 formano il “Duo Tomas”. Si specializza nel cabaret e nel 1989 partecipa alla trasmissione su Rai Uno “Sotto il segno del sole”, in diretta tv. Ma non ha mai abbandonato il teatro: nel 1990 fa parte del cast di “Luci del varietà”, lo spettacolo in scena al Teatro Parioli a cura di Maurizio Costanzo.