Migranti sfruttati, senza né luce né cibo. Decisamente precarie le condizioni in cui erano costretti a vivere i migranti che arrivavano nelle cooperative del Sud Pontino, a Sezze e a Latina, gestite dalla suocera e dalla moglie del deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Aboubakar Soumahoro. Dopo la denuncia al sindacato, ecco che arrivano anche gli ispettori.
I controlli nelle coop gestite dalla moglie e dalla suocera di Soumahoro
Sulle coop gestite dalla suocera e dalla moglie dell’onorevole ha iniziato ad indagare anche il ministero delle imprese e del made in Italy. Nel mirino degli investigatori la prima cooperativa che si trova a Sezze per poi passare ai controlli sulla seconda che ha invece sede a Latina. La vicenda è venuta a galla a seguito della denuncia dei migranti che invece di trovare aiuto e un lavoro grazie al quale mantenersi, una volta giunti nelle cooperative andavano incontro ad un ulteriore incubo: non pagati, costretti a lavorare in nero o con la richiesta di false fatture pur di ottenere la paga. Ma non solo. Alcuni minori ospiti sarebbero stati costretti a vivere anche senza acqua e luce.
Le indagini
Per fare luce sui contorni della torbida vicenda, è in corso un’inchiesta da parte della Procura di Latina e stanno svolgendo le indagini sia il nucleo provinciale di polizia tributaria della Guardia di Finanza sia di Latina sia i Carabinieri. L’obiettivo è quello di far luce sui flussi di denaro delle cooperative, le ipotesi della richiesta di fatture false nonché la generale gestione dei centri per migranti.
“Senza luce e stipendi”, la Procura indaga sulle cooperative della famiglia dell’Onorevole