Ritardi, guasti, cancellazioni delle corse. E poi ancora cali di tensione che provocano blocchi della linea. Utenti che non vengono informati, navette che non ci sono o che viaggiano strapiene, contese come se fossero oggetti preziosi in regalo. Senza contare le scale mobili fuori uso per il 70% del totale e i lavori fermi da 5 anni alle stazioni di Acilia e Tor di Valle. I pendolari che speravano che il cambio da Atac a Cotral avrebbe portato benefici per la Roma-Lido si sono dovuti ricredere ben presto. L’unica cosa che è cambiata, infatti, è stata il nome, visto che linea è stata ribattezzata Metromare. Ma i problemi del “trenino” che unisce Roma a Ostia sono rimasti gli stessi.
Guasto sulla Roma-Lido, pendolari fermi e ammassati in banchina: ‘Siamo stanchi’
La raccolta firme: 23 mila utenti in protesta
Da mesi i passeggeri, stanchi degli atavici disservizi, hanno deciso di raccogliere le firme per chiedere alla Regione Lazio e al Comune di Roma un intervento serio per risolvere la situazione. “Basta chiacchiere e promesse inutili”, dicono i pendolari. Noi abbiamo fatto proposte concrete. Si potrebbe iniziare dal potenziare il servizio con 2 treni dalla metro A, cosa che potrebbe alleviare le nostre sofferenze, senza gravare troppo sulla linea metropolitana. Si tratta di una richiesta votata all’unanimità dai Consigli dei Municipi 9 e 10, oltre che dall’Assemblea Capitolina. Ma l’Assessorato alla Mobilità non ha mai accolto la proposta, malgrado la Regione Lazio abbia pubblicamente dichiarato che si sarebbe fatta carico della spesa di adattamento”.
Cittadini di serie B
“Nonostante la proprietà sia dell’Ente regionale – proseguono – non sfugge a nessuno che la linea attraversi ben tre municipi (8, 9 e 10) e i continui disservizi colpiscono principalmente i cittadini romani. Per questo sia il sindaco che l’assessore competente non possono girare la testa dall’altra parte trascurando la sofferenza provocata ai viaggiatori. La mobilità è un diritto sancito dalla Costituzione. Si tratta di democrazia, non può essere ignorata. Un ennesimo rifiuto o disinteresse può essere letto come una precisa volontà politica di mantenere i pendolari della Roma Lido in una situazione di apartheid trasportistico senza giustificazione. Non siamo cittadini di serie B, pretendiamo un servizio dignitoso”.
Niente annunci, ma fatti concreti
I pendolari vogliono dal Comune di Roma fatti concreti. “Basta annunci a mezzo stampa. Il Comune di Roma deve fare la sua parte con azioni concrete, a partire dai due treni della metro A, fino alla opportuna pressione alla Regione Lazio e alle aziende Astral e Cotral per il buon funzionamento della ferrovia. Diversamente, la città dei 15 minuti è solo vuota e inutile propaganda”.
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