Ha aiutato Matteo Messina Denaro, U Siccu e Diabolik con questo nomignolo era conosciuto il boss mafioso finito in manette il 16 gennaio scorso dopo 30 anni di latitanza. Non solo. La maestra di scuola elementare e la figlia, Laura Buonafede e la figlia Martina Gentile sono accusate di inosservanza della pena e favoreggiamento, reati aggravati dall’aver favorito l’organizzazione mafiosa.
Il blitz che ha portato all’arresto della maestra
Stamattina il blitz dei carabinieri del Ros, lo stesso nucleo che ha arrestato poco meno di un mese fa il boss, che ha fatto scattare le manette ai polsi della 56enne, insegnante, che nella mafia era nata, essendo figlia di un defunto capomafia Lorenzo Bonafede e moglie di un ergastolano, fedeli a Messina Denaro.
La 56enne ha avuto con il boss una lunga storia d’amore. Dall’arresto del superlatitante, infatti, le indagini si sono tutt’altro che arrestate e proprio nel covo in cui si nascondeva sono stati trovati i pizzini che sono testimonianza della relazione sentimentale tra la maestra e il mafioso legato a Cosa Nostra. Una storia andata avanti per oltre dieci anni, dal 2007 al 2017.
I pizzini dai quali gli inquirenti hanno ricostruito la storia d’amore tra il boss e la maestra
Quei bigliettini hanno fatto emergere risvolti interessanti sul rapporto tra Messina Denaro e l’insegnante. Una relazione appassionata, fatta di un legame intenso, appassionato, segnato anche dalla gelosia della donna per una vivandiera. E poi ci sono testimonianze di quel rapporto speciale che il padrino aveva instaurato con la figlia della Bonafede. Un affetto che si basava sul rispetto che Martina aveva nei confronti del nonno e della ‘famiglia’, cosa che la figlia di Messina Denaro non aveva, avendo rifiutato di aderire alla cultura mafiosa della sua famiglia.
L’insegnante si sarebbe occupata delle necessità del superlatitante
Nel lungo periodo di latitanza, gli investigatori sono certi che la maestra di scuola elementare si sia preoccupata e occupata delle necessità del superlatitante. Avrebbe incontrato il boss anche due giorni prima dell’arresto di quest’ultimo in un supermercato di Campello e i video di sorveglianza sono la prova. Una relazione e un sostegno, quello che Laura Bonafede ha fornito a Messina Denaro, del quale ora deve risponderne davanti alla giustizia. Diversa, invece, la posizione della figlia della 56enne, indagata anche lei per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena, ma nonostante la procura abbia chiesto l’arresto, il gip ha rigettato l’istanza in quanto ha ritenuto che manchino i gravi indizi di colpevolezza.
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