Si è vaccinata in quanto obbligata dalla sua professione di medico, ma, a causa del siero, si è ammalata di pericardite. E adesso chiede un risarcimento per i danni subiti, sia fisici che psichici. Perché quel mal di cuore, a soli 47 anni, le ha fatto pure venire l’ansia. Lei è un medico della Asl di Latina. E, come da normativa vigente, si sottopone alla vaccino anti-Covid Sars 2 nel gennaio 2021. Appena due giorni dopo scopre di essere stata gravemente danneggiata da un’infezione di pericardite recidivante. Che non aveva prima, perché il suo cuore era sanissimo, come possono dimostrare gli esami precedenti.
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Vita e carriera stravolte per colpa del vaccino
La vicenda della dottoressa ripropone le problematiche dell’obbligatorietà del vaccino per il personale sanitario e la recente reintegrazione dei medici sospesi per aver rifiutato di sottoporsi alla vaccinazione. Ma ecco cosa è accaduto alla donna, che da medico è diventata anche una paziente, e che adesso ha pure un’insufficienza mitralica con un versamento pericardico e altre complicanze.
Il medico si è sottoposto, come detto, all’obbligo vaccinale per proteggere i suoi pazienti, scoprendo appena due giorni dopo la malattia. La diagnosi era chiara: pericardite con complicanze da falde di versamento pleurico e pericardico; flogosi dei foglietti pericardici; presenza di focolaio a “vetro smerigliato”; scollamento pericardico in terapia riabilitativa cardio-polmonar e e sindrome ansioso-depressiva reattiva. “Insomma – dice il suo legale – una vita e una carriera professionale interrotta, per la dottoressa che si è sottoposta e sottomessa all’obbligo vaccinale per il personale sanitari al fine proteggere gli altri sanitari e i pazienti con cui sarebbe entrata in contatto”.
La reazione al vaccino
La 47enne aveva ricevuto la prima dose 23 giorni prima e la seconda dose 2 giorni prima. Poi una febbre altissima, che sembrava una normale reazione al siero. Ma, siccome la temperatura non scendeva, anzi, continuava a salire, decide di andare al pronto soccorso di Latina. E lì si scopre che tutti i parametri sono ematici sono sfalsati e c’è un versamento pericardico e pleurico bilaterale.
Vengono effettuati ulteriori esami, compreso un elettrocardiogramma, nei giorni successivi, che confermano la diagnosi per disturbi certicati come “…reazione avversa post vaccino covid…”. La donna viene poi sottoposta a visita pneumologica che certifica “…diagnosi sospetta reazione avversa al vaccino per covid-19…”.
La richiesta di risarcimento
Tramite l’avvocato Renato Mattarelli, il medico ha presentato all’Asl di Latina una prima domanda dell’indennizzo previsto dalla legge n. 210/1992 in favore dei soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, a cui seguirà la causa di risarcimento integrale dei danni. L’indennizzo infatti è un primo emolumento di natura assistenziale simile a una pensione di circa 850/950 euro mensili, mentre il risarcimento consiste in un più ampio e unico emolumento contenente tutte le voci di danno che, nel caso del medico pontino, consiste nel danno alla salute anche psichica, vista la reazione depressiva avuta, morale da coazione psicologia alla obbligatorietà del vaccino e patrimoniale da perdita di chances di carriera e spese.
“A prescindere dalla specifica documentazione sanitaria a sostegno del probabile nesso di causa (vaccino-danni) del medico, la letteratura scientifica sta descrivendo ed illustrando come la pericardite (infiammazione della membrana che contiene e protegge il cuore) sia di probabile eziologia vaccinale (anti-Covid Sars-2)”, spiega il legale.
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