Sono fiduciosi e ottimisti i medici che stanno seguendo da quasi un mese, ormai, Matteo Valentini, il ragazzo di appena 20 anni che nella notte tra venerdì 8 e sabato 9 aprile scorso, è stato trovato in mezzo alla strada, sulle strisce pedonali in via Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, in una pozza di sangue. Matteo sta migliorando, giorno dopo giorno, e piano piano si sta risvegliando dal coma. Una notizia bellissima, che tutti gli amici e i residenti di Colli Aniene (ma non solo), speravano di leggere.
Proprio loro che non hanno mai smesso, dal primo giorno, di fare il tifo per il ragazzo, che è diventato quasi uno di famiglia perché la sua storia, che è ancora tutta avvolta nel mistero, aveva fatto indignare, e non poco. Una vicenda drammatica, che presto si spera possa concludersi per mettere a tacere tutte quelle che, almeno per il momento, restano ipotesi.
Matteo Valentini è stato investito o aggredito?
Non è ancora chiaro cosa sia successo a Matteo Valentini, il ragazzo che quasi un mese fa, dopo aver trascorso una serata con gli amici, si stava recando a casa. Ma lì, purtroppo, non ci è mai arrivato perché è stato trovato in strada, in una pozza di sangue. E chi ha assistito alla scena difficilmente riuscirà a dimenticarla.
“Avrei voluto toccarlo per aiutarlo, ma mi hanno detto di non farlo – ha raccontato un testimone – Si muoveva, per cercare di vomitare, ma era in stato di incoscienza. Si vedeva che era gravissimo. Era l’1,24 quando ho chiamato l’ambulanza, ma due minuti prima un’altra persona aveva fatto la stessa cosa. Ho chiamato a ripetizione, ma sono stati veloci: 12 minuti dopo erano sul posto”. Perché Matteo si trovasse lì ancora non si sa.
Inizialmente, tra le varie piste, si era pensato che il giovane potesse essere stato investito da un’auto pirata: quel segno di sgommata sull’asfalto, ma nessuna testimonianza, nessun rumore. Poi, c’è chi ha ipotizzato un’aggressione: Matteo è stato picchiato, pestato di botte e ridotto così? Se sì, da chi? E perché?
Le indagini sul giallo
Restano i perché, i dubbi, le domande senza risposta e una famiglia, quella di Matteo, che non si è mai arresa. Tanti gli appelli di mamma Simona per rintracciare i testimoni, per capire cosa sia davvero successo in quelle ore al ragazzo, che era uscito con il suo gruppo e che in quel momento, però, si trovava da solo. Gli amici non hanno visto nulla, non hanno potuto aiutare nelle indagini, non hanno certo scelto la strada dell’omertà. E ora tutto è nelle mani di Matteo: l’unico in grado di raccontare agli agenti di Polizia cosa è successo, chi è stato a lasciarlo lì, in una pozza di sangue, in strada. Per la gioia di Colli Aniene (e non solo) che non ha mai smesso di fare il tifo per lui. Che sta reagendo e si sta, finalmente, risvegliando dal coma.