Covid, Lavoro. L’impennata Covid di queste ultime ore desta preoccupazioni. Il caldo sta facendo la sua parte, ma nonostante le temperature elevate, il virus continua a serpeggiare in tutto il Paese, con picchi che non di certo di buon auspicio.
La recente mappa, ad esempio, pubblicata dalla Regione Lazio per la città di Roma, mostra chiaramente come i contagi, seppur rallentati, non si siano mai fermati. Non si tratta di una situazione a macchia di leopardo, ma molto omogenea.
Il governo sulla proroga mascherine
Proprio per questo, l’uso della mascherina resta «un presidio importante per la tutela della salute dei lavoratori ai fini della prevenzione del contagio». E questo, soprattutto nelle fabbriche e negli uffici al chiuso, spazi non proprio vastissimi e condivisi da più lavoratori.
Spesso anche aperti al pubblico o dove comunque «non sia possibile il distanziamento interpersonale di un metro per le specificità delle attività lavorative».
La bozza del protocollo
Sono le parole riprese direttamente dalla bozza del protocollo di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid. Pare che la direzione imboccata sia proprio quella di incentivare nuovamente i dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro. Nelle prossime ore è attesa anche la discussione tra sindacati e associazioni di datori di lavoro insieme al ministero del Lavoro e della Salute per poter meglio snocciolare il tema.
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Forte raccomandazione della Ffp2
Si va dunque, se il protocollo dovesse essere confermato secondo questa preventiva formulazione, verso una forte raccomandazione al ricorso alla mascherina Ffp2, e non più l’obbligo della mascherina come prevedeva il precedente protocollo. Una forte raccomandazione necessaria per contrastare quella che ormai è passata per una vera e propria ondata estiva.
Lavoratori al chiuso
”L’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo facciali filtranti FFP2 – così recita la bozza del protocollo che sarà valido fino al 31 ottobre – rimane un presidio importante per la tutela della salute dei lavoratori ai fini della prevenzione del contagio, soprattutto nei contesti di lavoro in ambienti chiusi e condivisi da più lavoratori o aperti al pubblico o dove comunque non sia possibile il distanziamento interpersonale di un metro per le specificità delle attività lavorative”.
Il vecchio protocollo, invece, prevedeva che «in tutti i casi di condivisione degli ambienti di lavoro, al chiuso o all’aperto è comunque obbligatorio l’uso delle mascherine chirurgiche o di dispositivi di protezione individuale di livello superiore».