Una storia di malasanità arriva dall’ospedale di Terracina, dove una donna ha rischiato di morire a causa di un accertamento poco accurato effettuato dal personale di turno. La storia ha inizio la sera dell’11 febbraio. La donna, che chiameremo Valentina, si reca al Pronto Soccorso a causa di un dolore lancinante alla testa.
E’ molto preoccupata, in quanto da anni soffre di pressione alta. Valentina sa che può accaderle qualcosa da un momento all’atro. Sono le 20:28. La donna segnala al personale dell’ospedale di avere una fortissima e inconsueta cefalea, in rialzo pressorio.
“Fatemi una Tac”, ma la mandano a casa dandole delle pasticche per il mal di testa
Dopo circa un’ora e mezza dall’accesso al pronto soccorso, Valentina viene sottoposta agli esami del sangue e all’elettrocardiogramma. “Non è stata sottoposta ad un esame obiettivo ed è stata intervistata dall’infermiera di turno, mentre il medico, che era seduto a distanza, non era in grado di ascoltare”, dichiara il legale della donna, l’avvocato Renato Mattarelli.
Valentina, preoccupata per le proprie condizioni di salute e soprattutto della sua ipertensione, visto che ne conosceva le conseguenze negative, chiedeva inutilmente di essere sottoposta a Tac.
Ma, invece di farla, le hanno dato un farmaco per abbassare la pressione. Dopo averla rassicurata dalla diagnosi di un “semplice mal di testa”, Valentina è stata dimessa alle ore 23:36.
Collasso della palpebra
Ma la mattina dopo Valentina sente un fortissimo colpo alla testa. La palpebra dell’occhio sinistro si abbassa in modo innaturale e non riesce più ad alzarla.
Contatta il medico di famiglia, che la indirizza con urgenza al DEA di Terracina. Lì il medico di turno, informato del precedente accesso al pronto soccorso e della sua richiesta richiesta di Tac, esclamava che effettivamente “ora anche un bambino comprenderebbe che dobbiamo fare una Tac”.
Valentina torna quindi al pronto soccorso, dove stavolta il medico di turno le dice: “Ora possiamo fare la Tac”.
Cambio di diagnosi: è aneurisma
La Tac diagnosticava un aneurisma. I medici di Terracina le dicono che comunque non si tratta di nulla di grave. Valentina viene quindi mandata a Latina per approfondimenti. Ma il “nulla di serio” riferito di medici a Valentina in realtà è qualcosa di molto diverso. La donna, olfatto, vienetrasportata in emergenza al pronto soccorso del Santa Maria Goretti di Latina, dove la sottopongono immediatamente a un delicato intervento chirurgico di embolizzazione per tamponare il rischio di rottura dell’aneurisma. E lì i medici le dicono: “Ti è andata bene potevi morire!”
Le conseguenze
Valentina è stata dimessa il 28 febbraio. Ha poi fatto numerose visite specialistiche di controllo, che hanno certificato che è gravata da patologie iatrogene inesistenti al primo accesso al DEA. Le hanno trovato anuerisma; abbassamento ed insensibilità alla palpebra sinistra; cecità ad un occhio; evidenze fisiognomiche incidenti sull’estetica; principio di sindrome depressiva post-trumatica da stress in rapida evoluzione; ecc.
“Abbiamo deciso di denunciare questa situazione incresciosa – ha dichiarato l’avvocato Mattarelli – perché è evidente l‘omessa diagnosi di un aneurisma. Se Valentina fosse stata sottoposta agli esami previsti dalle linee guida, non patirebbe i gravi danni alla salute di cui soffre adesso”.