Si torna a parlare di malasanità a Roma, con l’AGENAS che oggi ha stillato un rapporto sugli ospedali capitolini più inefficienti. Tra le strutture peggiori della Capitale, sono emersi i nomi dell’ospedale San Giovanni, il San Camillo e il Policlinico Umberto I. Strutture che, per chi segue la cronaca romana, era prevedibile finissero in questa speciale classifica da “bollino rosso” della sanità.
Malasanità a Roma, bocciati tre importanti ospedali capitolini
Nella Roma che guarda al Giubileo del 2025, le parole di Papa Francesco sulla sanità romana devono aver aperto un’indagine interna sul sistema sanitario regionale. In tal senso, le strutture del San Giovanni, il San Camillo e il Policlinico Umberto I sono risultate altamente inefficienti. A fotografare questa vergognosa situazione è stato l’AGENAS, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, che ha valutato le strutture su cinque importanti parametri: accessibilità, governance processi organizzativi, sostenibilità economico-patrimoniale, personale e investimenti.
L’indagine di AGENAS
L’indagine dell’AGENAS si sarebbe svolta nel triennio 2019-2021, con gli ospedali citati che hanno fronteggiato anche il periodo COVID-19. Pandemia che, vista la contagiosità, avrebbe dovuto far migliorare l’efficienza ospedaliera di queste strutture. Ma non è stato così. Secondo le indagini, l’Umberto I è risultato in forte carenza di personale. Sul San Giovanni e il San Camillo, invece, si registrano le lunghe attese all’interno dei singoli ambulatori, oltre che apparecchiature spesso datate e non al passo dei tempi.
La situazione dei reparti oncologici
Vedendo la questione degli interventi oncologici, gravi criticità appaiono all’interno del San Giovanni e il San Camillo. Per quello che concerne le operazioni di tumore al seno, al San Giovanni si riesce a soddisfare meno del 60% della richiesta. Peggio al San Camillo di Monteverde, dove addirittura i parametri sono scesi sotto il 40% nel 2021. Sempre in questa struttura, poi, emergono problematiche coi macchinari, sempre più spesso costretta a intervenire con macchinari vecchi e obsoleti.
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