Sono davvero inquietanti, le intercettazioni dei carabinieri e, anche se al momento non ci sono risultano nomi di politici nel registro degli indagati, quegli stessi nomi vengono fuori più volte, si ascoltano le loro voci e si immaginano collegamenti che sarà compito degli inquirenti stabilire quanto reali.
Intanto è certo che l’amicizia e i favori c’erano, come emerge dalle intercettazioni telefoniche e ambientali e lo stesso Giudice per le indagini preliminari Corrado Cappiello definisce le relazioni del clan Fragalà con gli esponenti politici locali “emblematiche”, in particola modo quelle con Omero Schiumarini, interlocutore privilegiato di Alessandro Fragalà, anche quando questi era agli arresti domiciliari.
Il boss, padre di Astrid, era grato a Schiumarini per aver “preso per mano una ragazza che meritava di essere presa per mano”. In pratica, l’aveva fatta diventare presidente della Confcommercio Pomezia e Litorale sud, ma non solo, l’aveva anche sponsorizzata come assessore ad Anzio. Astrid Fragalà, era la donna dipinta del clan e proprio lei avrebbe dovuto essere il cavallo di Troia per infiltrarsi nel Comune di Pomezia. Il Gip Cappiello spiega che ” è la figura di collegamento con esponenti delle associazioni di categoria e degli enti pubblici locali, portando avanti il proposito di infiltrazione del clan nel Comune di Pomezia in vista delle elezioni amministrative del 2018”.
Infiltrazioni che non possono avvenire solo attraverso un consigliere: ci si deve muovere su più fronti. Ed ecco anche la figura di Fiorenzo D’Alessandri, anche lui, come Schiumarini, già implicato nel 2001 in Tangentopoli pometina. Anche qui il politico, tesserato PD fino a stamattina, poi espulso dal partito insieme a Schiumarini dopo la diffusione dei nomi dei personaggi coinvolti nell’indagine, non è iscritto nel registro degli indagati ma appare nel faldone degli inquirenti e nelle intercettazioni. Lui è quello che si occupa, all’epoca delle elezioni amministrative, di cercare una faccia pulita a cui mettere la fascia tricolore, in realtà una marionetta da manovrare secondo le “cose da fare”. Uno scenario agghiacciante, che al momento è fermo nella fantasia di chi avrebbe voluto realizzarlo senza riuscirci, almeno per quanto riguarda la vittoria alle amministrative e, prima ancora, alle primarie del PD.
Per quanto riguarda il resto, invece, la realtà probabilmente supera la fantasia, e chissà se ci sono altri personaggi illustri o insospettabili coinvolti nell’operazione “Equilibri”, ma questo saranno gli inquirenti e i giudici a dirlo.
Speriamo presto.