Gabriele Bianchi: un nome di cui in questi giorni si sente parlare molto, con la risonanza mediatica che l’omicidio di Willy Monterio ha avuto e sta ancora avendo. Ma, da quando le identità dei 4 assassini del 21enne sono state rese note, avere lo stesso nome e cognome di uno di loro diventa un fardello difficile da portare se si diventa bersagli della stupidità e della cattiveria insensata.
Omonimia e qualche contingenza di troppo sono le caratteristiche del protagonista della storia che stiamo per raccontarvi. Il ragazzo in questione ha 28 anni, è di Cisterna di Latina, è titolare di 3 esercizi commerciali e e si chiama proprio Gabriele Bianchi. Facciamoci spiegare da lui come sono andate le cose.
Com’è cambiata la tua vita dopo che si è diffuso il nome Gabriele Bianchi quale assassino di Willy?
“Appena ho letto la notizia ho immaginato che sarebbe successo qualcosa, in quanto quella persona è di Artena ed aveva una frutteria a Cori. Sicuramente qualcuno avrebbe potuto scambiarci, fare un collegamento, avendo io delle attività a Cisterna. Già dopo poche ore ho cominciato a ricevere dei messaggi privati da persone che mi insultavano etichettandomi come “assassino”: ho risposto ai primi 4 spiegando che si trattava di un caso di omonimia e prendendola anche un pò sul ridere, inizialmente. Non riuscivo a comprendere che tante persone non capissero che in Italia di Gabriele Bianchi ce ne sono diversi. Successivamente, a casa, mentre ero in un momento di relax, il telefono ha iniziato a suonare molto spesso. Anche la mia compagna si chiedeva chi fosse a mandarmi tutti quei messaggi. Le ho risposto che non era nulla, ma si è insospettita e alla fine le ho fatto vedere e leggere i messaggi: anche lei non riusciva a credere a quanto stava accadendo. Ho iniziato dunque a ignorare le persone non rispondendo più: ho eliminato i numerossimi messaggi, ma poi la situazione è degenerata. Qualcuno ha infatti pensato bene di scrivere sulla bacheca del mio profilo social per fare in modo che tutti potessero leggere. A questo punto la situazione è peggiorata ancora: il post pubblico ha generato dei commenti a catena e ci sono state delle persone del mio paese che mi hanno chiamato per sapere se i locali erano aperti; ci sono state inoltre persone che mi hanno chiesto se avessi bisogno di aiuto e per quanto ho potuto apprezzare questa solidarietà, ho fatto davvero fatica a capire questi attacchi e gli insulti. Fatta accezione del mio profilo, sui social sono 4 giorni che non posso scrivere nulla da nessuna parte: qualsiasi cosa scriva e in qualsiasi gruppo lo faccia, anche privato, mi viene cancellata per via dei commenti poco attinenti che compaiono sotto. Pertanto in questo momento diciamo che sono un pò fuori dal punto di vista social”.
Che attività commerciali hai?
“Un pub ed un sushi bar a Cisterna ed un negozio di armi giocattolo a Frosinone”.
Quindi adesso per questa situazione anche le tue attività commerciali hanno avuto un contraccolpo oppure non ne hanno risentito?
“Lunedì ero chiuso per riposo settimanale, anche se qualcuno ha frainteso la cosa, nonostante io sia sempre stato chiuso quel giorno della settimana. La situazione è degenerata domenica nella tarda serata. Martedì e mercoledì sono stati giorni difficili: martedì sono stato chiamato per sapere se i locali erano aperti e, per come la vedo io, se davvero tu cliente pensi che sia davvero io quella persona, come puoi allo stesso tempo pensare di chiamarmi al cellulare per chiedermi se i locali sono aperti? Se fossi stato davvero io quella persona non avrei potuto rispondere al telefono. A prescindere da questo, posso dirti che fra martedì e mercoledì un 30% di calo c’è stato, soprattutto sul sushi bar che è aperto dal 12 agosto, un mese in cui siamo sempre stati pieni. Un pò di ripresa c’è stata ieri e molte persone sono venute anche solo per scusarsi o per dirmi di aver agito nel modo corretto; ma non sono mancati coloro che mi hanno detto che sto facendo tutto questo per pubblicità. A loro dico che non è così, a maggior ragione che è tutto di dominio pubblico: di messaggi infatti non ho cancellato un granché. Io stavo tanto bene per conto mio, sinceramente”.
Adesso continuano ancora a mandarti minacce, o comunque offese?
“Ultimamente ho ricevuto solo 3 messaggi perché la prima cosa che ho fatto è stata quella di rendere pubblico un post dove scrivevo di non essere io quella persona, in modo tale che chiunque cliccasse sul mio profilo, anche solo per mandarmi un messaggio, la prima cosa che potesse leggere era proprio quella precisazione. Già di suo quest’azione ha messo un bel freno, fatta eccezione sempre di qualche, passami il termine, cretino che continuava ad insistere nei commenti sottostanti con cose veramente fuori dal normale. Come ad esempio che io ero un amico di questo Gabriele Bianchi e che dovevo coprirlo. Tuttavia credo che successivamente questa persona si sia resa conto di aver fatto una sciocchezza in quanto sono venuto a sapere – grazie ai contatti di amici in comune – che questa persona aveva pubblicato un post dicendo che era uno scherzo, con scritto (l’ho visto tramite delle foto che mi hanno mandato): “è proprio divertente insultare a buffo gli omonimi degli assassini nonostante loro si prodighino nel dire che non sono loro”. Per me forse è ancora più grave dell’insulto stesso, è di cattivo, pessimo gusto perché a me poi ha creato dei problemi veri, non per finta o per scherzo”.
Poi tu non soltanto sei solo omonimo, sei anche nella stessa fascia di età…
Sì io ho 28 anni mentre quel Gabriele lì, se non erro, da quello che ho visto dai giornali ne ha 26. Quindi siamo quasi coetanei e molto vicini anche territorialmente: lui lavorava anche a Cori, da quello che ho capito aveva una frutteria a Cori e mia sorella abita a Cori, dove io vado spesso, quindi è stato tutto molto, molto collegato”.
Hai un messaggio da voler dare a tutti quelli che ti hanno insultato?
“L’unica cosa che io mi sento di dire è che sto dicendo a tutti quanti è che la tecnologia, i social sono utili, bellissimi sono ormai una parte integrante della nostra vita di tutti, ci passiamo tantissimo tempo, però possono diventare molto, molto pericolosi. Ed io quello che mi sento di dire è di verificare sempre le fonti, di informarsi, perché quello che può sembrare uno scherzo piuttosto che una cosa fatta senza pensare, dire “vabbè, un commento che fa”, nella vita reale poi, che è tutta un’altra cosa, può causare tanti problemi a delle persone che in realtà non sono coinvolte e non c’entrano niente con quello che sta succedendo ma questo vale sotto qualsiasi aspetto, secondo me. La tecnologia, i social sono molto belli, molti utili, ma bisogna usarli comunque con intelligenza: questa è l’unica cosa che mi sento di dire”.