Ostia. La morte del Professor Serianni è stato un evento traumatico che ha lasciato una traccia indelebile nelle coscienze di tutti, e per il mondo accademico e per la comunità locale: personaggio mite, eclettico, profondo e dotato di un’ironia senza tempo, era conosciuto non solo dai suoi studenti, ma anche dai concittadini.
La morte del linguista Luca Serianni
Soprattutto, a incidere profondamente sullo stato d’animo di quanti lo conoscevano è stata la modalità della sua morte: improvvisa, letale, che non gli ha lasciato il tempo nemmeno per un addio. Una circostanza fatale che fa riflettere su quanto la vita possa essere fragile e volare via con un soffio.
Ora c’è la comunicazione ufficiale da parte dell’amministrazione per poter intitolare un luogo, una strada o una piazza al Professor Serianni. Un’idea approvata all’unanimità nell’ordine del giorno per poter commemorare negli anni a venire il Prof nel X Municipio di Roma.
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Voto unanime dei Consiglieri
“Ringrazio tutti i Consiglieri, di maggioranza e opposizione”, così la Consigliera DemoS Arcamone. “L’odg che mi vede prima firmataria, sottoscritto anche dalla consigliera Fallacara, per dedicare un luogo al prof. Serianni nel nostro Municipio, approvato all’unanimità e sottoscritto da tantissimi colleghi ci vede uniti.”
Un luogo della memoria
”Un bel segnale, perché una comunità si costruisce anche così. È solo l’inizio dell’attenzione che questo territorio (e tutto il Paese) deve ad uomo che lo ha segnato, amato e fatto crescere, con il suo impegno da insegnante, da intellettuale, da cittadino che si è speso a favore dei diritti umani e sociali.” continua.
“Caro prof, il nostro non sarà un rito svuotato di senso. Siamo impegnati (e non ce ne nascondiamo le difficoltà) per le scuole, per la cultura, per i diritti di uguaglianza.”
Queste ultime, in particolare, sono parole su cui riflettere. Una via, una piazza, un luogo che diventi memoria e occasione di consapevolezza per le generazioni future è senz’altro apprezzabile. Tuttavia, tali ”riti” rischiano di trasformarsi in cerimonie vuote, e a morire non sarebbe soltanto l’uomo, ma anche il suo significato: la verità è che l’unica commemorazione degna sarebbe un sincero e costante impegno per le scuole, i giovani, l’educazione e la cultura, unica in grado di rigenerare il tessuto sociale e, forse, cambiare il destino del nostro Paese.