Si era ‘nascosto’ dietro uno smartphone e aveva pubblicato un video sui social, che tanto aveva indignato e fatto discutere: lui in macchina, fuori, a poche centinaia di metri, un uomo in fiamme. Quell’uomo era Francesco Sandrelli, un pittore di Cortona (in Toscana), che il 6 febbraio scorso viaggiava a bordo della sua Golf sul Grande Raccordo Anulare di Roma quando, improvvisamente, si era verificato un cortocircuito e l’auto aveva preso fuoco, tra la Trionfale e Casal del Marmo. E mentre lui cercava di mettersi in salvo, di liberarsi da quelle fiamme, un altro automobilista aveva pensato bene di filmare la scena. E postarla sui social. Sugli stessi social dove ha ammesso di essere l’autore di quel video.
Francesco Sandrelli prende fuoco sul GRA, un automobilista lo riprende
Prima il video che finisce in rete, poi l’ammissione sui social. ‘Il filmato l’ho fatto io’, ha scritto sotto uno dei tanti post l’autore di quel video. Che ha poi cercato di eliminare ogni traccia, di cancellare il commento, ma quello che si pubblica resta e non è stato difficile risalire alla sua identità. A dare un volto a quella voce che mentre riprendeva Francesco Sandrelli ha saputo essere anche ironica: “A zi hai pijato foco, senti che callo, mamma mia”. Quando di divertente, in realtà, non c’era nulla: quell’uomo forse poteva salvarsi se solo qualcuno si fosse fermato ad aiutarlo. Prima che quelle fiamme, che hanno avvolto il pantalone, ricoprivano tutto il suo corpo, senza lasciargli scampo. Ustioni profonde, ferite troppo gravi e dopo settimane di agonia i medici si sono dovuti arrendere e dare la notizia del decesso alla sua famiglia.
Indagato per omissione di soccorso
Ora l’autore del video, che è stato finalmente rintracciato sui social (lì dove come un boomerang tutto ritorna indietro) è indagato, come si legge sul quotidiano La Repubblica, per omissione di soccorso. L’automobilista, che aveva ripreso la scena, proprio in rete ha spiegato la dinamica, senza pensare che quel commento, che ha tentato di cancellare (senza riuscirci) lo avrebbe incastrato. “La vittima non stava sdraiata in terra. Diciamo che era una situazione strana, magari poteva fare qualche gesto strano e peggiorare le cose. E poi c’erano i carabinieri incolonnati in auto, non lontano da me” – ha raccontato prima di rimuovere tutto. Dietro quello smartphone si nascondeva lui, dietro quel video la sua mano.
Bruciato vivo sul GRA
Il video, che era diventato virale in rete, è stato eliminato, ma le immagini di chi, purtroppo, lo ha visto, restano impresse. E sono difficili da togliere dalla mente. Prima un cortocircuito all’interno della macchina, poi Sandrelli, pittore di 54 anni, che cerca di liberarsi, di uscire dall’auto. I pantaloni in fiamme, lui che tenta di chiedere aiuto sul Grande Raccordo Anulare. E qualcuno, dall’altra parte, che filma la scena. Con ironia: ‘Stai prendendo fuoco, madonna che caldo‘. Quasi a deriderlo, senza prestare soccorso. Francesco Sandrelli è morto dopo mesi di agonia in ospedale: il 24 marzo scorso il suo cuore ha smesso di battere e da quel giorno la famiglia non riesce a darsi pace, chiede solo giustizia. Ora l’autore di quel video, che sembrava un ‘fantasma’, è stato rintracciato. Ma la domanda di molti resta una: perché anziché fermarsi, il ‘videomaker’ ha avuto la prontezza di tirare fuori lo smartphone e riprendere una scena drammatica? Restano i se, i ma, la rabbia e quel senso di impotenza: indietro non si può tornare, riavvolgere il nastro non è possibile.